28 dicembre 1342,

il re inglese trovò più che naturale chiedere al governo ducale 40 galee. I sovrani europei, ma anche bizantini avevano guardato alla crescente potenza marittimo-militare di Venezia con grande interesse, una potenza che nei secoli il governo veneziano, ovviamente, si preoccupò di incrementare con la costruzione di navi sempre più veloci, potenti, ma anche maneggevoli. Una flotta che nel corso dei secoli si era misurata con pirati, Arabi e Bizantini, Normanni e Genovesi, affinando via via e di pari passo tecniche militari e costruttive. E proprio in virtù di questa fama internazionale e dell’effettiva sua potenza, giunse a Venezia il 28 dicembre 1342 (per altri nel 1340), una delegazione diplomatica inglese per chiedere delle navi al governo veneziano. Il sovrano inglese Edoardo III era in quel tempo già da due anni impegnato in una delle più disastrose, terribili e lunghe guerre che mai sconvolsero due paesi europei, guerra destinata a durare infatti per ben cento anni. Il conflitto vedeva contrapporsi gli interessi dinastico-politici di Francia ed Inghilterra dopo la morte, senza eredi maschi, dell’ultimo esponente della dinastia capetingia, Carlo IV, aprendo così la possibilità al re inglese di sedere sul trono francese. Edoardo era infatti il figlio del re inglese Edoardo II e di Isabella di Francia, sorella di Carlo IV e dunque nipote, per parte di madre, del defunto re francese. Per affrontare il conflitto tuttavia, c’era bisogno di aiuti finanziari e militari e, dati i buoni rapporti che intercorrevano tra l’Inghilterra e Venezia, il re inglese trovò più che naturale chiedere al governo ducale 40 galee, forse più, per almeno un anno. In cambio Edoardo mandava a dire che sarebbe stato disposto a pagare qualsiasi somma il doge avesse richiesto oltre a riconoscere ai cittadini veneziani residenti nel suo paese gli stessi diritti e privilegi di cui godevano i suoi sudditi. Venezia avrebbe avuto solo da guadagnarci se avesse accettato la proposta, tanto più che la sua rivale Genova appoggiava apertamente il pretendente francese Filippo. Tuttavia non era quello uno dei momenti più facili per la Serenissima. Nel 1340 la città aveva subito una devastante inondazione, la più pericolosa per la sua stessa sopravvivenza, ma le cose non andavano meglio neppure oltremare dove nel 1341 il governo veneziano dovette fronteggiare l’ennesima ribellione nell’isola di Creta . Ma il pericolo maggiore era rappresentato ora dalla disastrosa situazione in Oriente dove l’impero Bizantino iniziava a scricchiolare sotto i colpi dell’avanzata turca che minacciava ormai seriamente anche il Mediterraneo orientale. E la risposta del doge Gradenigo di sostanziale anche se diplomatico diniego alla richiesta del re inglese, si appoggiò proprio a quest’ultima, grave situazione.


28 dicembre 1538

Andrea Gritti morì di morte naturale il 28 dicembre 1538 e fu sepolto nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Nato a Bardolino il 17 aprile 1455, figlio di Francesco Gritti e Vienna Zane. Svolse gli studi privatamente e poi completò la sua formazione a Padova. Nel 1476 sposò Benedetta Vendramin che nello stesso anno morì di parto alla nascita di Francesco. Si stabilì a Costantinopoli dove avviò attività mercantili di grande successo raggiungendo una posizione di prestigiò presso la locale comunità veneziana e presso le autorità ottomane, tuttavia nel 1499 fu incarcerato con l'accusa di spionaggio e fu liberato solo dopo oltre due anni di detenzione. Tornato a Venezia nel 1503 riununciò al commercio per darsi alla politica, ricoprì cariche pubbliche e svolse missioni diplomatiche presso il Vaticano. Dal 1508 al 1512 partecipò alla guerra di Venezia contro la lega di Cambrai ma il 19 febbraio 1512 fu catturato dai Francesi a Brescia e rimase per diversi mesi alla corte di Luigi XII. Sul finire del 1512 lo scenario politico cambiò e la Repubblica Veneziana si alleò con la Francia. Di nuovo a Venezia dal luglio 1513, fu nominato savio del consiglio, provveditore generale a Padova che era assediata dalle forze dell'imperatore e più tardi provveditore a Brescia. La sua carriera politica e militare, vissuta con grande impegno ma non sempre con successo, lo portò alla candidatura al dogato nel 1523 alla morte di Antonio Grimani e il 20 maggio fu eletto doge all'età di sessantotto anni. Durante il suo governo si sforzò di mantenere la neutralità e a questo fine sottoscrisse un trattato con l'imperatore Carlo V, ciò nonostante il difficile equilibrio fra Impero e Francia comportò la perdita dei territori della Repubblica in Romagna e Puglia. Sotto Andrea Gritti furono svolte a Venezia importanti opere come il restauro della basilica e del palazzo Corner affidati al Sansovino e la costruzione di difese contro il fenomeno dell'acqua alta. Furono invitati a Venezia letterati illustri come Pietro Bembo e Pietro Aretino. Andrea Gritti morì di morte naturale il 28 dicembre 1538 e fu sepolto nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Nel 1580 le sue spoglie furono traslate nella chiesa di San Francesco della Vigna. Suo successore fu Pietro Lando.