19 dicembre 1624

Giovanni I Corner diventa doge, anche se la governabilità era garantita da un apparato statale ben consolidato ed organizzato così come la rappresentanza dei vari ceti e delle confraternite, attraverso le procure (sorta di ministeri), il senato (sorta di esecutivo generale al quale spettavano soprattutto le decisioni della ragion di stato ), il consiglio dei dieci e della zecca (con compiti di polizia, spionaggio e controspionaggio), il consiglio degli avogadori e consiglio del piovego (per quanto attendeva la giustizia ordinaria), così non si può dire della rappresentanza di Venezia che stava continuamente scemando a causa delle continue elezioni dogali che, potevano far piacere solo al popolo povero, il quale tra un giro del pozzetto e le conseguenti feste riusciva a sbarcare il lunario alla meno peggio perché a “Venexia chi ‘no gà bezi ‘no gà gnanca bussolai” ( nda:chi non ha soldi non ha nemmeno “bussolai”- pan biscotto, leggermente dolcificato a forma di braccialetto- ovvero il dolce dei poveri). Dopo la morte di Francesco Contarini il soglio rimase vacante per quasi un mese. Il conclave trovò un accordo per riunirsi appena il 19 di dicembre 1624 e solo dopo una lunga diatriba tra “nuovi” e “vecchi” casati e 42 scrutini riuscì ad eleggere Giovanni I Corner di 73 anni che, ad onor del vero fu eletto all’ unanimità, tranne il voto del proprio figlio Marco, il 4 gennaio 1625. Discendente dal casato della regina di Cipro (Caterina) e del doge Marco, aveva un buon patrimonio da amministrare, aumentato dalla dote di 20.000 ducati della moglie Chiara Dolfin. Non aveva avuto un particolare curriculum, era diventato procuratore sborsando fior di quattrini, ma forse fu sufficiente che il suo casato fosse particolarmente legato alla curia romana.Nel 1626 si approva in Senato il trattato di pace tra la Francia e la Spagna che restituisce la Valtellina ai Grigioni. Lo stesso anno il figlio del Doge, marcamtonio, commette un assassinio. Per questo gravi discordie sorgono tra i nobili. Si propone la riforma del Consiglio dei X. Ristabilita la pace fra i nobili (1628), si ha la correzione del Consiglio dei X, per cui si stabilisce, che, salva la sua autorità nei casi criminali dei patrizi, dei delitti di Stato, ecc. non possa ingerirsi in altre materie senza espressa deliberazione del Maggior Consiglio. Passato lo spauracchio della lotta civile gli animi si placarono e non fu più messa in discussione la legittimità del doge, il quale ne uscì però talmente male da tutta la storia da minargli la salute. Morì il 23 dicembre 1629 e fu sepolto nella cappella di famiglia a San Nicolò dei Tolentini.