11 dicembre 1712

Francesco Algarotti nasce a Venezia il giorno 11 dicembre 1712 in una famiglia di commercianti. Inizialmente studia a Roma sotto la guida del religioso architetto Carlo Lodoli; Algarotti continua poi gli studi a Bologna, dove affronta in modo ampio diverse discipline scientifiche, con particolare attenzione all'astronomia, sotto la guida di Eustachio Manfredi. Si trasferisce infine a Firenze per completare la propria preparazione letteraria. Ha solo 23 anni quando nel 1735 inizia a viaggiare per l'Europa: raggiunge Parigi, centro culturale del continente, dove ha modo di conoscere diverse autorevoli personalità. Algarotti ha modo di presentare il proprio "Newtonianesimo per le dame", una piccola opera di divulgazione scientifica brillante (che verrà apprezzata poi da Voltaire, che dal lavoro del suo "Caro cigno di Padova" - come era solito appellarlo - trasse a propria volta i suoi "Elementi della filosofia di Newton") ispirata al lavoro dello scrittore francese Bernard le Bovier de Fontenelle. Dopo il periodo trascorso in Francia, Algarotti si reca in Inghilterra: soggiorna per qualche tempo a Londra, dove viene accolto nella prestigiosa accademia scientifica "Royal Society". In Inghilterra conosce e instaura un'amicizia con il poeta Alexander Pope. Torna quindi in Italia dove inizia a dedicare le proprie energie alla pubblicazione del "Newtonianesimo"; dopo un breve periodo che trascorre nuovamente a Londra, si trasferisce in Russia, dove visita diverse zone, con particolare attenzione a San Pietroburgo. Il rapporto con il re Federico II di Prussia diventa sempre più stretto tanto che il monarca vuole che l'affascinante Algarotti sia suo compagno negli studi come nei viaggi. L'italiano trascorre alla corte dell'imperatore oltre un decennio, per fare ritorno a Venezia nel 1753. Aperto al progresso e alla conoscenza razionale, Algarotti è un esperto di arti (si prodiga come fautore di Palladio). A Venezia è considerato come una sorta di Socrate. La sua fama di studioso è proporzionale alla sua sete di sapere e al suo vastissimo campo di interessi. Trascorre il resto della vita muovendosi tra Venezia, Bologna (dove per incoraggiare i giovani studiosi istituisce l'Accademia degli Indomiti) e Pisa. Preparava la pubblicazione di tutte le sue opere, fra cui "Lettere sulla Russia" e "Il Congresso di Citera", un romanzo dedicato ai costumi galanti e amorosi rivisitati secondo quanto osservato nelle diverse nazioni in cui aveva soggiornato: malato di etisia Francesco Algarotti muore a Pisa all'età di cinquantatre anni, il giorno 3 maggio 1764. Come epitaffio avrebbe chiesto "Algarottus, sed non omnis": viene sepolto nel camposanto di Pisa, in un monumento disegnato dall'illustre architetto Carlo Bianconi e dal noto pittore bolognese - e caro amico di Algarotti - "Maurino" Tesi in uno stile archeologizzante, tradotto in marmo dall'allora celebre Abate Giovanni Antonio Cybei di Carrara. L'epitaffio venne infine dettato dal re di Prussia: "Algarotto Ovidii discipulo, Neutonii aemulo, Federicus rex"; gli eredi cambiarono poi "rex" in "magnus".