26 dicembre

In passato a Venezia i festeggiamenti per il Natale duravano fino al 26 dicembre, giorno di Santo Stefano. Infatti dopo aver ascoltato la messa serale del 25 dicembre nella Basilica di San Marco, il Doge con tutto il suo seguito attraversava il bacino di San Marco grazie ad una galleria, allestita per l'occasione, per raggiungere la vicina isola di San Giorgio Maggiore, dove si trova la chiesa omonima. L'isola di San Giorgio Maggiore è sede di uno dei più antichi monasteri benedettini di Venezia, dal momento che esso venne fondato addirittura nel X secolo, mentre la chiesa dedicata a San Giorgio risalirebbe addirittura all'VIII. Il complesso, ora sede della Fondazione Giorgio Cini, fu totalmente ricostruito in forme rinascimentali dal famoso architetto Andrea Palladio nella seconda metà del ‘500. Nella chiesa il doge venerava le reliquie di Santo Stefano protomartire, custodite lì dal 1109. Durante il giorno seguente il Doge banchettava con tutto il suo seguito in Piazza San Marco mentre nobili e popolani sfilavano mascherati. Il giorno di Santo Stefano segnava infatti l'inizio del Carnevale di Venezia, che era dunque lunghissimo, dal momento che si concludeva il mercoledì delle ceneri (in marzo o aprile).

Chiariamo: Santo Stefano è di quei santi potentissimi, per fare miracoli basta addirittura la polvere della sua tomba. Ovvio quindi che quando i crociati si affacciano in zona si disputino reliquie tanto ambite. E qui avviene il miracolo della loro moltiplicazione: un corpo di Santo Stefano si venera ancor oggi nella chiesa di Venezia che porta il suo nome, mentre a Roma si tocca l’apice nel XVIII secolo, quando si veneravano il cranio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, un braccio a Sant’Ivo alla Sapienza, un secondo braccio a San Luigi dei Francesi, un terzo braccio a Santa Ceciliae infine un corpo quasi intero nella basilica di S. Lorenzo fuori le Mura. Alti pezzi vari di Santi Stefano sarebbero sparsi tra Napoli, Ancona, Ravenna, Besançon e Costantinopoli