25 settembre 1386.

Su concessione della Repubblica di Venezia, gli ebrei ebbero la possibilità di avere un proprio cimitero, realizzato su un terreno incolto, a S. Nicolò del Lido. Terminata la disputa con i frati, dal 1389 il cimitero fu utilizzato senza interruzioni e successivamente ampliato raggiungendo la massima espansione nel 1641 Con la caduta della Repubblica veneziana e a causa degli agenti atmosferici iniziò il progressivo degrado del cimitero ebraico che fu definitivamente abbandonato nel 1938, anno della promulgazione leggi razziali in Italia. Nel 1999 è stato iniziato un complesso lavoro di recupero del cimitero ebraico di Venezia e ora questo luogo, testimonianza di secoli di storia ebraica veneziana, è aperto al pubblico e visitabile. Il Cimitero Ebraico di Venezia è uno dei più antichi cimiteri ebraici ad essersi preservato. La prima lapide risulta essere di Samuel den Shinshon, posta nel 1389. Da allora il cimitero continuò ad essere utilizzato senza interruzioni, anche dopo che la comunità ebraica di Venezia fu costretta nel ghetto nel 1516. Si succedettero sepolture fino al XVIII secolo, anche se l'area non fu più espansa per la costruzione delle difese costruite nelle vicinanze della Bocca di Porto del Lido. Caduto in disuso nel XIX secolo, venne aperto il Cimitero Nuovo, ma verso il 1980 il Comitato Ebraico di Venezia, sotto la guida del professor Cesare Vivante, intraprese il progetto di restauro del cimitero antico. Sono più di mille le lapidiche sono state recuperate, le più antiche risalenti dal 1550, fino agli inizi del 1700, con iscrizioni in ebraico, ma anche in spagnolo e portoghese, a manifestare la grande varietà ed apertura della comunità ebraica di Venezia. Oggi il cimitero, aperto alla visita, si pone come uno dei monumenti più significativi della presenza ebraica in Italia. Vicino all'ingresso, la tomba del famoso rabbino Leone da Modena (1571-1648) ancora oggi accoglie i visitatori, con l'epigrafe che così recita: Quattro braccia di terra in questo recinto, a titolo di possesso per l'eternità.