21 settembre 1698

le navi veneziane presero finalmente l’iniziativa stringendo quelle turche nelle acque presso Metelino. Le due flotte quella veneta e quella turca sul mare egeo si fronteggiavano senza prendere contatto tra di loro. Quelle del comandante generale Cornaro, pronte a dar battaglia alla flotta nemica che sembrava più temporeggiare che cercare lo scontro con le navi venete numericamente molto superiori. Tanto indietreggiò la flotta turca da arrivare in prossimità dello stretto dei Dardanelli dove per le secche, la capitana di Tunisi si ritrovò irrimediabilmente incagliata e quindi persa. Solo il 21 settembre del 1698 le navi veneziane presero finalmente l’iniziativa stringendo quelle turche nelle acque presso Metelino dove scoppiò presto una furibonda battaglia. Tuttavia a mettere in difficoltà le navi veneziane, non furono solo le navi nemiche, ma incredibilmente anche una nave veneta, quella comandata da Marc’Antonio Diedo che incrocciando di poppa quella del Dolfin nella mischia della battaglia, si ritrovò sospinta dall’urto nel bel mezzo del fuoco nemico, in uno scontro che si protrasse per circa due ore. Fortunatamente arrivarono i primi soccorsi, con la nave comandata da Fabio Bonvicini. Non andavano meglio nel frattempo, le sorti per la nave ammiraglia comandata dal Cornaro che quasi subito dopo l’inizio della battaglia, era stata gravemente danneggiata in più punti, tanto da dover iniziare le manovre di ritiro. I turchi accortisi delle disastrate condizioni della nave veneziana, malgrado fosse ormai imminente la sera, decisero di attaccarla a suon di cannonate. Si scatenò così un’ultima, cruenta battaglia, che vide trionfare alla fine il valore ed il coraggio degli equipaggi veneziani che riuscirono, seppur malconci, ad imboccare la rotta del ritorno riagganciando il resto della flotta ormai già a debita distanza. Ma altre questioni in quel momento stavano surriscaldando l’orizzonte politico in Europa, questioni dinastiche relative al trono spagnolo al quale aspiravano contemporaneamente due alleati della Lega cristiana: l’imperatore ed il re di Francia, Luigi XIV. Una profonda crepa si stava aprendo così nel fronte anti-turco mentre anche Venezia, dopo molti anni di rinnovato impegno militare, anelava ad una pace duratura.