24 settembre 1440

Ratificata del privilegio a Bergamo. Nel giugno 1440 l'esercito veneto avanza fino alla linea dell'Adda ed occupa la Ghiara nella pianura. La riacquisizione delle valli è più lenta e soltanto verso la fine del 1440 il Colleoni riesce a liberare la valle di san Martino. Nell'agosto-settembre 1440vi sono intense trattative tra Bergamo e Venezia, perché la città chiede di poter esercitare un più stretto controllo sul territorio nelle materie giurisdizionali, oltreché in quelle economiche e fiscali, mentre Venezia tergiversa, dimostrando comprensione per le istanze della periferia. L'intesa viene raggiunta e ratificata nel privilegio a Bergamo del 24 settembre 1440 . In esso si concede, tra l'altro, che i reggenti degli uffici di vicariato e le giurisdizioni del distretto vengano attribuiti dai rettori (ma non dal Consiglio della città, come Bergamo avrebbe desiderato) e che le cause di appello e nullità contro le sentenze pronunciate dai giusdicenti di fuori siano trattate alla stessa stregua di quelle emesse dai giusdicenti della città. Ma nel novembre Lovere e Martinengo ricusano i podestà inviati da Bergamo, nel tentativo di prolungare la loro indipendenza dalla città che vigeva al tempo della guerra. Raggiunti l'accordo con la città, nel clima di amnistia generale per il ritorno della bergamasca alla Repubblica, da inquadrare molti privilegi al territorio, che riguardano condoni di delitti commessi al tempo delle ostilità, esenzioni di dazi, condoni di limitazioni e tasse pregresse. La data precisa di alcuni di questi è talora difficile da controllare, trattandosi di capitoli concessi in origine dal governo militare e successivamente ratificati da quello civile. La lista di questi documenti appare così numerosa, che Venezia stessa sembra avere a questo punto la sensazione che la materia dei cosiddetti privilegi vada assumendo proporzioni abnormi ed avverta la necessità di porre un freno al dilagare di questi documenti e del contenzioso ad essi connesso. Il Consiglio dei Dieci ed il Senato deliberano che ogni modifica di privilegi concessi sia di competenza dello stesso Consiglio e votata a maggioranza di tre quarti; inoltre di Avogadori di comun dovranno esercitare il loro mandato soltanto all'interno della struttura di responsabilità dello stato e non potranno procedere contro le deliberazioni dei Consigli, se non in accordo con gli stessi.


24 settembre 1700

Gaetano Gerardo Zompini, nacque a Nervesa, paese del Trevigiano ai piedi del Montello, da Andrea Zompini e da una donna di nome Paola (di cui non è precisato il cognome).Trasferitosi a Venezia nel 1717, fu allievo di Niccolò Bambini, ma grande influenza ebbero anche le opere di Sebastiano Ricci. Il gusto riccesco, in questo caso con una costruzione prospettica alla Dorigny, è denotabile nella chiesa dei Tolentini dove lo Zompini affrescò il soffitto piatto sopra il tamburo, che doveva reggere la cupola, con una Trinità in gloria ed angeli, circondata poi da un'architettura a monocromo di Gerolamo Mengozzi Colonna. Nella Vergine Immacolata per la chiesa di San Bortolo di Rovigo riprende il modello del Ricci a San Vidal. Il 15 febbraio 1730 sposò nella chiesa di San Cassiano Lucrezia Alberghetti, originaria di Nauplia; tra i testimoni vi era lo scultore Giovanni Marchiori. Dei loro undici figli si conosce ben poco: sappiamo solo, da un documento redatto dallo stesso Zompini, che già nel 1747 alcuni di loro lo aiutavano nella bottega. Nel 1736 dipinse per il Palazzo Zinelli di Venezia una serie di tele con episodi tratti dall'Eneide passati poi alla collezione Tiele-Winckler nel Castello di Moszna nella Slesia ora polacca. Non è invece chiara la data delle Allegorie della Chiesa e delle Virtù cristiane dipinte a monocromo ed oro sul parapetto del pulpito di San Lio. Nel 1748 progettò il piano iconografico per la Sala dell'Archivio della Scuola Grande dei Carmini la maggior parte dei dipinti furono eseguiti da Giustino Manescardi seguendo probabilmente i disegni dello Zompini. di sua mano furono le du grandi tele Rebecca al pozzo ed Esther sviene davanti ad Assuero. Del 1751 circa sono le quattro tele della Chiesa di Ognissanti di Roncade: Samaritana al Pozzo, Battesimo di Gesù, Flagellazione, Incoronazione di spine. In tutti questi dipinti espresse con scioltezza una forte indole narrativa, cosa che gli suggerì di cimentarsi soprattutto nell'illustrazione libraria allora molto in voga. Con lo stampatore veneziano Antonio Zatta pubblicò le tavole per le pregiate edizioni di Dante e Petrarca. Ma la opera sua più nota in questo campo, Le arti che vanno per via nella città di Venezia, incise nel 1754 fu pubblicata solo nel 1785 quand'egli era già morto, cieco ed in miseria

Tratto da Wikipedia