24 agosto1412

la Battaglia di Motta fu combattuta il 24 agosto 1412, quando un esercito composto da ungheresi, tedeschi e croati, guidato da Pippo Spano e Voivode Miklós Marczali, ha attaccato l'esercito veneziano accampato a Motta di Livenza subendo una pesante sconfitta. Nel 1409, durante la guerra civile ungherese durata 20 anni tra il re Sigismondo e la casa napoletana d'Angiò, il contendente Ladislao di Napoli, vendette i suoi "diritti" su Dalmazia alla Repubblica di Venezia per una misera somma di 100.000 ducati. Quando Sigismondo emerse come sovrano dell'Ungheria, usò questo come pretesto per attaccare Venezia. Con la vittoria di Motta, Venezia ha affermato il suo dominio nei Balcani occidentali (Dalmazia veneziana e Albania veneziana). La Repubblica di Venezia dopo aver acquisito Verona e Vicenza, alla morte di Gian Galeazzo Viscontie ha preso il controllo di Padova.Questi avvenimenti e il rifiuto della repubblica di pagare la quota annua di 7.000 ducati da pagare a Sigismondo re d'Ungheria.Tutto questo fece si di dichiarare guerra alla Veneta repubblica. Il 20 aprile 1411, 12.000 cavalieri ungheresi e 8.000 fanti attraversarono il Tagliamento sotto il comando Pippo Spano. Le pesanti perdite subite dai Veneziani costrinsero la Repubblica a chiedere un negoziato di pace (24 marzo 1412). Il Re Sigismondo chiese la restituzione della città di Zara, ridare agli Scaligeri e ai Carraresi i loro feudi e una riparazione di 600.000 ducati. Questa proposta capestro non venne accettata dalla Repubblica di Venezia e la guerra fu ripresa con gran passione da entrambe le parti. I Veneziani aumentato il loro esercito e alla testa di 35.000 uomini Carlo Malatesta rientra in campo nel Friuli conquistando i castelli di Polcenigo e Aviano.Suo fratello Pandolfo Malatesta, si unì alle forze veneziane con 1.000 lance e alla fine di agosto, i veneziani avevano un esercito di 12.000 disposti lungo il fiume Livenza, con Carlo Malatesta che assediava Motta . Il 24 aprile 3.000 Ungheresi (Comprensivi di Tedeschi, Friulani e Boemi) sotto il comando di Pippo Spano assalgono l'accampamento veneziano da tre lati.Il campo veneziano fu colto di sorpresa e gli Ungheresi iniziarono a massacrare e a saccheggiare ciò che potevano. Solo Carlo Malatesta e Taddeo dal Verme e altri generali veneziani insieme a Ruggero Cane Ranieri e di Crasso da Venosa e la sua compagnia di 600 cavalli tenne a bada gli ungheresi. Le fortune veneziane cambiarono completamente quando Pietro Loredan bruciò i ponti in modo che le truppe veneziane in fuga non potessero scappare, così l'esercito viene riunito per un nuovo combattimento. Seguì un feroce scontro dove gli ungheresi inseguiti fino a Portobuffolé, perdono le insegne ebbero la peggio e furono cacciati, lasciando sul campo 1.300 uomini e il loro generale e più di 400 uomini catturati. I Veneziani ne uscirono vincitori lasciando sul campo parecchi uomini.