14 agosto 1264

La battaglia di Saseno ebbe luogo al largo dell'isola di Saseno, sulla costa dell'odierna Albania, tra la flotta della Repubblica di Genova e un convoglio commerciale (muda) della Repubblica di Venezia. Tale battaglia è all'interno della Guerra di San Saba. Durante la guerra i genovesi avevano subito solo sconfitte negli scontri diretti con la marina veneziana (Acri e Settepozzi) e avevano cambiato strategia compiendo atti di pirateria nei confronti dei convogli commerciali veneziani. Il comandante genovese, Simone Grillo riusci ad ingannare il suo omologo veneziano Andrea Barocio facendogli arrivare delle informazioni errate su dove fosse. Quando Barocio mosse per intercettare Grillo capeggiando una flotta di 50 galere (quella genovese era di 20 galere) lasciò sguarnita la muda veneziana diretta verso il levante. I genovesi liberi di agire attaccarono di sorpresa la muda catturando o affondando la maggior parte delle navi, ad eccezione della grande nave Roccaforte. Finito l'assedio presero il carico. Il costo della perdita del convoglio a Venezia fu stimato in 100.000 lire genovesi.

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14 agosto 1524

Crolla il ponte di Rialto, con il ponte in condizioni pressoché disperate, la proposta di rifarlo venne largamente dibattuta ma non si riuscì a decidere se restaurare ancora una volta le strutture di legno oppure se rifarlo di pietra, con botteghe o senza. Nel maggio e nel giugno di quell'anno i Provveditori al sale presentarono in Collegio alcuni modelli per costruire il ponte di pietra, con diverse soluzioni per le botteghe ma, visto che tutti furono bocciati, venne richiesto loro di proporne di ulteriori. La domenica mattina del 14 agosto 1524 il ponte crollò: "La metà de la banda di qua di Rialto cazete verso la riva del Ferro tutta e nel cazer fé gran rumore» (Sanudo, Diari, XìL\'.VI,p. 389).Due sole furono le vittime accertate. Gravissimi si rivelarono i danni subiti alle botteghe, anche a quelle al piede del ponte sulla ramnpa superstite, e per precauzione tutte furono sgombrate. Gli uomini di governo avevano indugiato con deplorevoli incertezze e su di loro pendeva la responsabilità dell'accaduto. Interessi privati e problemi economici pubblici costrinsero però a mantenere in piedi quel manufatto vetusto e rovinato. La vicenda del ponte dopo il 1525 è molto ben riassunta dal Sanudo, che annota nei Diari, "con egual vicenda e destrezza di provvedinzenti, si passò un altro mezzo secolo ancora; sopravveniva la peste e si svilupparono le cose della Repubblica con la guerra del Turco, che la travagliava in levante". La fabbrica del nuovo ponte in pietra risultò di continuo rinviata e la scelta del modello definitivo avverrà solo in un quadro politico cambiato al finire del secolo. Architetti famosi come Jacopo Sansovino, Andrea Palladio e il Vignola, presentarono progetti di approccio classico, con diverse arcate, che non furono giudicati adatti alla situazione. L'attuale ponte in pietra ad arcata unica, realizzato da Antonio Da Ponte in collaborazione col nipote Antonio Contin, fu completato nel 1591 durante il dogado di Pasquale Cicogna. La struttura è molto simile a quella del precedente ponte in legno, segno della corretta concezione originale. Due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, portano ad una sezione centrale. Tutto il ponte è coperto da un porticato. Il progetto fu da alcuni considerato fin troppo audace dal punto di vista ingegneristico, al punto che secondo l'architetto Vincenzo Scamozzi il ponte sarebbe crollato. Il ponte invece resiste tuttora, ed è diventato uno dei simboli architettonici di Venezia.