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12 agosto 1204

Venezia ha avuto una lunga storia di contatti commerciali con Creta; l'isola era uno dei numerosi luoghi della Grecia dove i veneziani avevano goduto di un commercio esentasse in virtù di ripetute crisobolle a partire dal 1147 (e a sua volta codificando una pratica risalente al 1130) e confermato nel 1198 in un trattato con Alessio III Angelo. Queste stesse posizioni sono state in gran parte assegnate alla Repubblica di Venezia nella spartizione dell'impero bizantino che ha seguito la caduta di Costantinopoli durante la Quarta crociata, nell'aprile 1204, oltre alle Isole Ionie, il Golfo di Saronico e le isole Cicladi, Venezia ha ottenuto diversi avamposti costieri sulla terraferma greca di interesse come basi per il suo commercio marittimo. Infine, il 12 agosto 1204, i veneziani anticiparono i loro tradizionali rivali genovesi, per acquisire Creta da Bonifacio di Monferrato. A Bonifacio Creta è stata promessa da Alessio IV , ma non ne era particolarmente interessato, la vendette in cambio di 1.000 marchi d'argento e una parte annuale dei ricavi dell'isola per un totale di 10.000 iperpira (moneta d'oro bizantina), con la promessa del sostegno veneziano per la sua acquisizione del Regno di Salonicco. I guadagni di Venezia furono formalizzati dal Partitio Romaniae qualche settimana dopo.Per far valere la loro richiesta, i veneziani sbarcarono una piccola forza sull'isola al largo di Spinalonga. I genovesi, invece, che avevano già una colonia a Creta, si mossero più velocemente: sotto il comando di Enrico Pescatore, conte di Malta, e godendo del sostegno della popolazione locale, divennero presto padroni delle parti orientali e centrali dell'isola. Un primo attacco veneziano nell'estate del 1207 sotto Ranieri Dandolo e Ruggiero Premarino fu respinto e per i due anni successivi Pescatore governò l'intera isola ad eccezione di poche guarnigioni veneziane isolate. Pescatore si appellò persino al Papa e tentò di farsi confermare come re dell'isola. Tuttavia, mentre Venezia era determinata a annettere l'isola, Pescatore fu in gran parte lasciato senza supporto da Genova. Nel 1209 i veneziani riuscirono a catturare Palaiokastro vicino a Candia (greco Chandax, Χάνδαξ; moderno Heraklion, Ηράκλειον), ma ci volle fino al 1212 per sfrattare Pescatore dall'isola, il luogotenente di quest'ultimo, Alamanno da Costa, resistette ancora più a lungo. Solo l'11 maggio 1217 la guerra con Genova si concluse con un trattato che lasciò Creta saldamente in mano ai veneziani.


12 agosto 1345

Come spesso accadeva, dietro ogni rivolta di Zara si celavano gli interessi e le manovre dei sovrani magiari e della nobiltà croata che mal sopportava l’autorità del governo veneziano. Questa volta l’istigatore dei disordini era niente meno che Luigi d’Angiò in persona che aveva tutte le intenzioni di procedere nella politica espansionistica iniziata dal padre. Ambizioso e nemico giurato dei veneziani, Luigi accusava il governo ducale di tenere in modo del tutto arbitrario quella che secondo lui era invece la capitale storica del regno di Croazia a sua volta parte integrante della corona d’Ungheria. Date queste premesse, la guerra si rivelò inevitabile da parte del doge Dandolo. L’angioino infatti, non si era limitato alle sole parole. Accogliendo l’invito dei rivoltosi si precipitò infatti prontamente nella città ottenendo fra l’altro numerosi castelli lungo i confini dalmati. Marco Cornaro, conte della città e con lui molti cittadini veneziani furono costretti a fuggire. Nell’agosto di quell’anno, così, iniziò lo stato d’allarme per l’esercito e la flotta veneziani che al comando di Pier Canale riuscirono a catturare un certo numero di nobili rivolto si momentaneamente abbandonati dal re Luigi d’Angiò richiamato altrove da più urgenti faccende legate al regno di Napoli. ll comando delle truppe veneziane terrestri venne invece affidato al procuratore Marco Giustiniani che si portò velocemente a pochi chilometri da Zara, verso la quale mosse successivamente ponendovi un durissimo assedio. Ugualmente, intanto, faceva la flotta per il lato verso il mare. Qui tuttavia, la zona del porto era stata tempestivamente chiusa e rinforzata dai cittadini zaresi che fortificarono ulteriormente anche le mura mandando nel contempo a chiedere aiuto al re ungherese che inviò infatti ben 10.000 militi. Il 12 agosto 1345 i veneziani una volta schierato l'esercito iniziarono ad assediare la città e i castelli circostanti. Essi potevano contare su un esercito di terra e sulle forze navali . L'assedio consisteva di varie operazioni separate, movimenti, battaglie e altre attività militari su altri lati. Si può dividere l'assedio in tre fasi. La prima fase terminò alla fine di gennaio 1346 con la rottura da parte dei veneziani della catena portuale che fin dall'inizio dell'assedio impediva alle galee veneziane di entrare nel porto di Zara. L'evento fu determinante in quanto permise agli assedianti di avvicinarsi alle mura della città e di controllare i movimenti delle navi di Zara. Il comandante dell'attacco fu sostituito da Pietro Civran che assunse il comando supremo delle forze venete come capitano generale. Nella seconda fase della battaglia intervenne l'esercito di re Luigi I che entrò di fatto nel conflitto. A tarda primavera le forze del re attaccarono la fortezza veneziana (bastida), costruita appositamente vicino a Zara per condurre l'assedio. Data la posizione della fortezza pero l'esercito ungherese in netta superiorità numerica (fino a 100.000 uomini), si trovava schiacciato nello stretto passaggio tra la fortezza e il mare. La non agevole posizione impediva all'esercito il completo schieramento ai fini di condurre l'attacco. I Veneziani erano inoltre appoggiati dal fuoco delle navi in mare e dai cannoni della fortezza. L'attacco fu sferrato il 1º luglio 1346 senza successo. Luigi I decise di ritirarsi e ordinò alle sue truppe di spostarsi verso nord. Nella terza fase offensiva l'esercito di Zara si trovò isolato e senza vettovagliamenti. Il 21 dicembre 1346, le truppe veneziane entrarono in città e presero nuovamente il controllo della città.


12 agosto 1499

La Battaglia di Zonchio (nota anche come la battaglia della sapienza o lla prima battaglia di Lepanto) ebbe luogo in quattro giorni diversi: 12, 20, 22, 25 agosto 1499. Fu la prima battaglia navale della storia con cannoni a bordo di navi. Nel gennaio 1499 Kemal Reis partì da Istanbul con una forza di dieci galere ed altri quattro tipi di navi e nel luglio del 1499 si congiunse con il grosso della flotta ottomana inviatagli da Davud Pasha, assumendone il comando per una guerra su larga scala con Venezia. La flotta ottomana era composta da 67 galere, 20 galeoni e 200 vascelli di dimensioni minori. Dopo aver raggiunto il capo Zonchio nel mar Ionio nell'agosto 1499, Kemal Reis sconfisse la flotta di Venezia di 47 galere, 17 galeoni e 100 vascelli minori al comando di Antonio Grimani; fu questo un evento delle guerre ottomane-veneziane. Durante la battaglia si distinsero Andrea Loredan e Alban d'Armer. Grimani venne arrestato il 29 settembre e successivamente rilasciato (sarebbe diventato doge nel 1521). Turchi e Veneziani si sarebbero affrontati un'altra volta presso Lepanto nella battaglia di Modone nel 1500, con gli ottomani ancora vincitori con l'ammiraglio Kemal Reis.