7 agosto 1427

La Battaglia di Cremona fu uno scontro militare che si svolse nel luglio 1427 tra l'esercito di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, e quello della lega anti-viscontea guidata dal Carmagnola, capitano generale della Repubblica di Venezia. In seguito alla sconfitta dell'esercito visconteo da parte dei genovesi a Sestri Levante e all'adesione della Repubblica di Venezia alla lega anti-viscontea composta dalla Repubblica di Firenze, dal Ducato di Ferrara, dal Marchesato di Mantova, dalla Repubblica di Siena, dal Ducato di Savoia e dal Regno di Sicilia, la città di Brescia si era sollevata contro il duca di Milano sotto la guida degli Avogadro Filippo Maria Visconti dovette cedere Forlì e Imola a papa Martino V. Il 30 dicembre 1426 si stabilì la Tregua di Venezia. Il duca di Milano in questo modo recuperò i territori occupati da Firenze in Liguria ma dovette rinunciare al vercellese a favore di Amedeo VIII di Savoia, e a Brescia, che passò sotto il controllo di Venezia. La tregua durò poco e nella primavera del 1427 l'esercito visconteo tornò ad assediare Brescia. I veneziani d'altra parte non avevano perso tempo, rinforzando l'esercito terrestre e allestendo una flotta per ottenere il controllo del Po. Il Carmagnola a maggio si portò con un esercito di 40.000 uomini nel mantovano e giunto presso l'Oglio, sconfisse l'esercito visconteo a Gottolengo. Catturò il castello di Binanuova a colpi di bombarda poi attraversò il fiume puntando su Cremona. Il 7 agosto 1427, la flotta veneziana dopo aver catturato diversi borghi lungo il corso del Po e si era portata anch'essa vicino alla città dove era riuscita a cogliere di sorpresa Pasino degli Eustachi nella breve battaglia i Veneziani catturarono quattro galeoni viscontei e costringendo i restanti a ritirarsi. Le navi veneziane si spinsero sino alla foce del Ticino per poi doversi ritirare di nuovo a Cremona in quanto le rive in quell'area erano presidiate dal nemico.


7 agosto 1484

Pace di Bagnolo. Tra il 1482 e il 1484 prese il via un conflitto tra la Repubblica di Venezia e Ferrara. La guerra coinvolse anche lo Stato pontificio, alleato di Venezia e il Regno di Napoli insieme al Marchesato di Mantova e la Repubblica fiorentina dalla parte di Ferrara. Lo scontro ebbe notevoli ripercussioni nel Polesine spostando il controllo di quest’ultimo nelle mani di Venezia.In accordo con il papa Sisto IV il quale era deluso dai risultati della Pace di Lodi, Venezia attaccò nel maggio del 1482 il Ducato di Ferrara. Artefice dell’avanzata fu Roberto Sanseverino, grande condottiero che aveva già combattuto nelle guerre di Lombardia, nella rivolta di Genova e proprio al servizio di Sisto IV nella guerra contro Firenze. Vista la conformazione geografica degli schieramenti, il campo di battaglia divise in due la penisola e si combattè nell’area centrale e settentrionale dell’Italia. Il Sanseverino conquistò Adria e Comacchio. Il 29 giugno furono conquistate Lendinara, Badia e Rovigo. Con la battaglia di Campomorto i napoletani capitolarono e nel ferrarese la guerra volgeva a favore dei veneziani che arrivarono sotto alle mura del Ducato estense. A questo punto, preoccupato della straordinaria potenza veneziana, Sisto IV, il 28 novembre del 1482, deliberò la fine delle ostilità. Ovviamente Venezia non accettò e venne scomunicata nel 1483. La guerra continuò anche se a rilento spostandosi nel milanese.Si arrivò alla pace il 7 agosto 1484 (Pace di Bagnolo). Venezia tenne il Polesine e Rovigo nonchè tutti gli altri territori conquistati.