3 marzo 1560

Muore Cristoforo Sabbadino soprannominato "il Moretto" nasce a Chioggia nel 1489 è stato un ingegnere italiano della Repubblica di Venezia. È stato il primo Consultore della Repubblica Serenissima in materia di sicurezza del regime lagunare, e proto (primo tecnico) al servizio della Magistratura alle Acque. Considerato il primo e illustre ingegnere idraulico dei suoi tempi deviando il percorso dei fiumi nella laguna veneta, è rimasto noto per il suo Trattato delle acque che analizzò, storicamente ed idrograficamente con dettagliati rilevamenti tipografici, la laguna veneta. Il suo Piano di sviluppo e di sistemazione idraulica di Venezia, redatto dopo la sua morte in un documento del 1557, è un esempio ante litteram di piano regolatore del territorio. Si tratta della risposta al progetto proposto da Alvise Cornaro di deviare il corso del Brenta per scongiurare il pericolo di interramento della laguna di Venezia, nonché di chiuderla in sé stessa separandola dal mare, con una sola bocca di porto verso l'Adriatico. Sabbadino avalla la deviazione del fiume, opponendosi però alla chiusura della laguna; intuendo che il reale problema fosse lo scavo della laguna e dei canali, propone di riutilizzare i fanghi estratti per l'ampliamento urbano di Venezia (le aree interessate sarebbero nel retro della Giudecca, Santa Marta, tra San Francesco della Vigna e San Giovanni e Paolo); il finanziamento necessario all'opera si ricaverebbe con la vendita dei nuovi terreni; in tal modo la città si espanderebbe, anziché rinchiudersi in sé stessa. Alvise Cornaro risponde proponendo una cinta muraria costruita nell'acqua, con dei bastioni ed un terrapieno tutto attorno creato con i fanghi scavati, su cui potrebbe sorgere un parco: egli vuole spingere l'ampliamento urbano verso la terraferma, andando contro a dei topoi tipici veneziani di città unica al mondo senza mura, o meglio che ha per mura l'acqua e per tetto il cielo. Nel 1560 proporrà un altro progetto per il bacino marciano (Piazza San Marco), costruendo su due velme, con i fanghi scavati, un teatro all'antica ed a scena fissa, una collinetta sormontata da una loggia aperta sui lati, che domini sul paesaggio (simile per concezione alla futura Villa Capra detta la Rotonda di Palladio); ed infine una fontana tra le Colonne di San Marco e San Todaro. Tale triangolo visivo sposterebbe il punto di vista dall'acqua (verso la piazza) a una visione verso l'acqua, interpretando così simbolicamente l'esortazione di Cornaro affinché la Serenissima attui una politica agricolo-imprenditoriale verso la terraferma al posto dell'attuale interesse verso quella marittimo-commerciale. Tale proposta utopistica però non ha seguito, mentre si realizza l'espansione urbana voluta da Sabbadino. A Cristoforo Sabbadino è intitolata la Biblioteca civica della città di Chioggia.


3 marzo 1578

Muore Sebastiano Venier, personaggio con alle spalle una vita pubblica molto intensa, dal ducato di Candia alla procura di Corfù. Richiamato in patria per esigenze nazionali contro le pressioni belliche dei turchi, nel 1570 fu nominato Procuratore di San Marco con incarico di organizzare la flotta e comandante della stessa quale suo Ammiraglio. Tenace ed infaticabile nel giro di poco tempo riuscì a fare l’ impossibile fino all’annientamento della flotta turca. Il suo carattere burbero e la divergenza di vedute lo portarono quasi subito a scontrarsi ideologicamente con Giovanni d’ Austria , arrivando a chiedere al senato la propria sostituzione con 'persona più prudente et paziente', il senato invece lo riconfermò affiancandogli il consigliere e 'Capitano da mar' Agostino Barbarigo. Le sue gesta durante la battaglia di Lepanto, nella quale rimase ferito ad un piede, ebbero risonanza non solo a Venezia, perchè in effetti pur essendo Giovanni d’ Austria il comandante della 'sacra lega', le strategie furono dirette dalla nave ammiraglia veneziana. L’ essere un convinto sostenitore della guerra ad oltranza, contro i turchi fu questione di dissidio con Giovanni d’ Austria, anche dopo Lepanto, ragione che convinse il Senato ad affiancarlo con il pari grado Jacopo Foscarini perchè fungesse da collegamento tra le due flotte. Quando venne a conoscenza della pace con l’impero ottomano ne rimase amareggiato ma continuò a presidiare l’ Adriatico. Dopo la vittoria di Lepanto quindi non poteva essere che uno il doge, Sebastiano Venier di 81 anni venne eletto all’ unanimità l’ 11 giugno 1577 alla fine di un fulmineo conclave. Il Papa, Gregorio XIII, nel 1577, invia al Doge la “Rosa d’Oro”, quale ulteriore stima e ringraziamento per le sue benemerenze. Il suo dogado purtroppo fu molto breve e la cronaca vuole che sia morto di crepacuore per aver visto andare in fumo ancora una volta il Palazzo Ducale con moltissime opere d’ arte (incendio del 20 dicembre 1577). Si spense il 3 marzo 1578 e fu “provvisoriamente” sepolto a Santa Maria degli Angeli a Murano, le sue spoglie furono traslate nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, con una pomposa cerimonia presenziata dalla regina Elena e svolta nel 1907.