Storia e leggenda dei Veneti

Una storia lunga 3000 anni    OGGI ACCADDE


11 maggio 1603

La Biblioteca Marciana deve la sua origine al mecenatismo del cardinale Bessarione, che donò, nel 1468, la sua raccolta: circa 750 codici, cui egli aggiunse poi altri 250 manoscritti e alcune opere a stampa. Venezia accettò solennemente il dono: veniva così realizzato il disegno di una "pubblica Libreria" a Venezia; un disegno che già Francesco Petrarca aveva concepito un secolo prima, nel 1362, senza peraltro poter condurre a termine il suo progetto. Lo Stato veneto si impegnò a collocare i volumi in una sede degna dell'importanza del dono; ma solo nel 1537 fu possibile iniziare la costruzione della Libreria, ideata da Jacopo Sansovino, che seppe mirabilmente armonizzare il più nobile stile classico della Rinascenza con il pittoresco ambiente veneziano. La biblioteca, dopo il suo trasferimento nel nuovo edificio, si arricchì soprattutto grazie a donazioni e a lasciti successivi. In particolare incrementò le sue raccolte grazie al trasferimento ad essa di parte delle biblioteche di alcuni monasteri, nonché per effetto dell'obbligo imposto agli stampatori di depositarvi un esemplare di ogni libro pubblicato, come previsto da una legge veneta del 11 maggio 1603 (la prima in Italia in materia). Dopo la caduta della Repubblica veneta, la biblioteca venne arricchita a seguito della concentrazione in essa di parte delle biblioteche degli enti religiosi soppressi in epoca napoleonica. Ricchissima per quanto riguarda la cultura greca, la storia veneta, l'editoria veneta, la Marciana, accresciuta in questo secolo da importanti donazioni, svolge una funzione importante nella vita culturale veneta e al servizio degli studiosi di tutto il mondo. Nel 1811 la biblioteca venne trasferita nel Palazzo Ducale. Solo nel 1924 tornò nella sua sede storica. Oggi occupa, oltre al Palazzo della Libreria, anche la Fabbrica della Zecca di Jacopo Sansovino.