7 maggio 1379

Genova inviava nell’adriatico 22 galee, al comando di Luciano Doria per dare seguito al tentativo di affamare Venezia troncando la sua linea di comunicazione con le colonie, ma Doria, sorpreso dall’ammiraglio veneziano Vettor Pisani era costretto a trovare rifugio a Zara nell’inverno del 1378, dove era costretto anche a subire un blocco navale. Nella Primavera successiva, Pisani, che aveva svernato a Pola, veniva rinforzato da 11 galee e tornava a scontrarsi con i genovesi, con esito incerto, mentre scortava un carico di grano destinato alla madrepatria. Al mattino del 7 maggio 1379 trova una flotta Genovese di venticinque navi davanti all'imboccatura del porto. Il comandante Vettor Pisani, ben conscio della supremazia avversaria e sapendo che è in arrivo una flotta comandata da Carlo Zeno, non vuole dar battaglia ma non riesce a trattenere i suoi subalterni, che ingaggiano il nemico ma ne vengono sbaragliati. Di tutta la flotta veneta, solo sette malconce galee riescono a fuggire e a rifugiarsi nel porto di Parenzo. Ritornato in patria fu accusato di incapacità e codardia, processato, condannato e incarcerato. La morte in combattimento del comandante Luciano Doria venne rimediata con sollecitudine inviando in sua sostituzione Pietro Doria con altre 14 galee di rinforzo.