19 gennaio 1539

Viene eletto Doge Pietro Lando,prima della nuova elezione, il Maggior Consiglio varò un nuovo codice di comportamento per la Quarantia. Prima della nuova elezione, il Maggior Consiglio varò un nuovo codice di comportamento per la Quarantia: i candidati alla carica non potevano più girare per le piazze, campi e calli o andare per le case a fare “campagna elettorale” e una volta eletti avrebbero dovuto rimanere chiusi, in completo isolamento, all’interno del Palazzo Ducale, al fine di evitare qualsiasi comunicazione tra loro o la formazione di “cordate”. Ciò nonostante venne eletto ancora una volta un ultrasettantenne, senza grandi meriti, appartenente alle famiglie “nuove” che ormai avevano monopolizzato la scena. Era evidente che l’elezione di persone molto anziane favoriva solo le aspettative (pur quasi sempre tradendole) di casati assetati di potere, mentre non favoriva l’assetto politico e l’immagine della Repubblica. Pietro Lando fu eletto il 19 gennaio 1539 a 76 anni, non molto ricco, bigotto e per nulla in salute fece arrancare il suo dogado per sei anni. Appena eletto fu immediatamente preso dalla grande carestia che riversò in città migliaia di abitanti dell’ estuario affamati ed in cerca di elemosine per sbarcare il lunario e che nel dicembre portò ai tumulti del Fondaco della Farina. La crisi impose a Venezia di soprassedere alle guerre che vedevano coinvolti il re di Francia, l’ imperatore di Germania e lo Stato Pontificio di Paolo III, per le quali dichiarò la propria neutralità. Pur di troncare la guerra con i turchi, senz’altro molto onerosa per Venezia, arrivò alla pace nell’ottobre del 1542 che si rivelò ancora più onerosa avendo dovuto cedere tutto il Peleponneso comprese le fortezze di Nauplia e Malvasia in Morea. La troppa cedevolezza sul Peloponneso però non convinse il Maggior Consiglio che la ritenne frutto della rivelazione al nemico, da parte di qualche senatore, sulla debolezza nella eventuale difesa di quella parte di territorio e che prese immediati provvedimenti instituendo un consiglio di <> ( una sorta di “intelligence” - i cui componenti venivano chiamati “babai” - dal popolano babau). Nel 1542 Nicolò Cavazza, segretario del Senato, viene impiccato tra le due colonne della Piazzetta, mentre Costantino Cavazza, segretario del Consiglio dei X, è bandito dalla patria per aver svelati i segreti della Repubblica all’ambasciatore francese in Venezia, Guglielmo de Pelicer, vescovo di Montpellier, cheli comunicò al proprio Governo.Questi, a sua volta, informò i Turchi delle segreta comunicazione che Alvise Badoer doveva mettere in pratica, cioè cedere “sine qua non” per ottenere la pace. (a conferma, con ciò, della ambigua politica che sempre ha pervaso la Francia nei confronti di Venezia e dell’Europa stessa: basterà vedere, più oltre, che non partecipò alla Lega della Cristianità contro il Turco, a Lepanto) La pubblica morale venne presa di mira nel 1543 con il divieto alle “cortigiane” di indossare gioielli e vestiti di seta, riservati alle nobildonne timorate di Dio, lo stesso Pietro l’Aretino, personaggio molto discusso per i suoi comportamenti “stravaganti”, si conformò al nuovo stato di cose tanto da abbandonare gli scritti licenziosi per quelli sacri. Lo stesso anno i Veneziani riconquistano la fortezza di Marano, nel basso Friuli, occupata dagli Imperiali, per merito dell’Udinese Beltrame Sacchia. Nell’ agosto del 1544, a morigerare i comportamenti della città e soprattutto a combattere l’ “eresia”, giunse a Venezia anche Monsignor dalla Casa, nunzio apostolico del papa che fu però velocemente liquidato dal senato in quanto dalle indagini dallo stesso svoltenon risultava che vi fossero eretici e che eresie fossero predicate. Durante il dogado di Pietro Lando, dal Sansovino furono progettate e costruite: la biblioteca, la loggia dei nobili, o degli Arsenalotti, ai piedi del Campanile di S.Marco ed iniziò la costruzione della Zecca. Il doge morì il 9 novembre 1545 e sepolto nella chiesa di Sant’ Antonio di Castello (distrutta durante l’occupazione napoleonica).