18 gennaio 1630

Nicolò Contarini, fu eletto a venticinque giorni dalla morte del suo predecessore. Ci vollero 58 scrutini e numerosi richiami del Senato alla Quarantia Fu eletto il 18 gennaio 1630, a venticinque giorni dalla morte del suo predecessore. Ci vollero 58 scrutini e numerosi richiami del Senato alla Quarantia, prima che gli elettori trovassero un accordo che fu raggiunto solo dopo la rinuncia di Renier Zen. Nicolò Contarini arrivò al soglio dogale all’ eta di 76 anni. Pur avendo ricoperto numerose ed importanti cariche pubbliche, non era mai stato procuratore, perché non era così ricco da poter investire denari per quella carica. Uomo di lettere si era laureato all’Università di Padova, e fu sempre un fervido sostenitore dell’autonomia della Repubblica contro le intromissioni religiose papali. Nel frattempo, alla fine del 1629, Venezia era nuovamente scesa in campo a sostegno di Mantova coinvolta in una guerra di successione ( apertasi con la morte di Vincenzo II Gonzaga), sulla quale avevano avanzato pretese: i Savoia per il ducato di Monferrato (il Monferrato era stato ereditato da Vincenzo II dal fratello Ferdinando al quale era succeduto, il quale a sua volta l’aveva ereditato dall’ altro fratello Francesco IV) , la Francia per i rami cadetti dei Gonzaga trasferitisi nei territori francesi, la Spagna a sostegno del ramo cadetto di Guastalla e l’ imperatore Ferdinando II d’ Asburgo a rivendicazione del feudo quale possedimento imperiale. Nella “guerra di Monferrato” come fu definita, Venezia finì per allearsi con la Francia e lo Stato Pontificio. Le truppe veneziane già nel maggio del 1630 subirono una pesantissima sconfitta a Valeggio ( sul Mincio), poi si ripetè la beffa di “Monzon” con l’ accordo, nell’ ottobre dello stesso anno, della dieta di Ratisbona (Bavaria), tra Francia , Spagna ed impero e la successiva pace di Cherasco avvenuta il 6 aprile 1631. Venezia riottenne i territori occupati dagli spagnoli. Nel giugno del 1630 scoppiò un’altra gravissima epidemia di peste.Il 22 ottobre nella basilica di San Marco, il doge espresse il voto solenne del Senato di erigere una nuova chiesa intitolata alla “Madonna della Salute”, a protezione dell’ epidemia.Nel solo mese di novembre i morti furono 14.000. In totale i morti per quella peste furono 93.661, come è stato annotato dai “Provveditori alla Sanità”. Inoltre il Doge con il Senato fa voto di offrire alla Santa Casa di Loreto una lampada d’oro e di visitare ogni anno il corpo di S. Lorenzo Giustiniani per la liberazione della città dalla peste. Più ammalato nello spirito che nella persona il doge si spense il 2 aprile 1631, il giorno dopo la posa della prima pietra della “Madonna della Salute”. Le sue spoglie furono deposte a Santa Maria Nova e successivamente disperse nel 1852 con la demolizione della chiesa.