9 febbraio 1318

Il Maggior Consiglio di Venezia autorizza la costruzione di un Ospizio per marinai poveri, intitolato a Messer Gesù Cristo, dove dovranno essere accolti quei marinai benemeriti che avendo consumata la loro età in quell'impiego pericoloso non sono più in condizione di servire, né loro avanza di che sostentare la propria vita. Fondato su iniziativa di certo Gualtieri, chirurgo, il pio istituto sorgeva in campo Sant'Antonio di Castello; fu demolito nei primi anni dell'Ottocento in seguito alle numerose soppressioni napoleoniche in terra veneta.



9 febbraio 1695

battaglia delle Isole Oinousses comprendeva due azioni separate, il 9 e 19 febbraio 1695 vicino alle Oinousses ,isole al largo di Capo Karaburun nell'Anatolia. Battaglia svolta tra una flotta veneziana sotto Antonio Zeno e la flotta ottomana sotto Mezzo Morto Hüseyin Pascià. Il risultato della prima battaglia fu una sconfitta veneziana, e sebbene il secondo scontro finì in parità, la posizione veneziana a Chio divenne insostenibile, costringendo Zeno ad abbandonare l'isola. Nel primo scontro, le vittime veneziane furono 142 morti e 300 feriti sui velieri, escluse le tre navi perse, e 323 morti e 303 ferite sulle galee. In tutto, meno di 2.500 vittime. Nel secondo scontro i veneziani erano in svantaggio numerico, a causa della perdita di tre navi e dell'assenza del danneggiato San Vittorio. I morti veneziani furono 132 e il Fama Volante fu danneggiato, insieme a 2 velieri ottomani.
Tratto da Wikipedia



9 febbraio 1801

Nell’ultimo anno del settecento, mentre Napoleone Bonaparte era in Egitto, si formò una seconda coalizione di stati europei, composta da Gran Bretagna, Austria, Russia, Regno di Napoli e Impero Ottomano, che attaccò la Francia. Nel giugno 1800, a Marengo, l’esercito francese sconfisse l’esercito della coalizione e il 3 dicembre il generale Moreau ottenne una seconda vittoria a Hohenlinden. L’Austria, con queste sconfitte, si trovò in grande difficoltà e fu costretta, con gli altri Stati, (Gran Bretagna esclusa), ad accettare, il 9 febbraio 1801, la Pace di Lunéville. Nel Trattato furono rispettate le clausole del Trattato di Campoformio, in più si delinearono nuovi assetti territoriali. Si portò il confine tra la Repubblica Cisalpina e l’Austria sul fiume Adige, divenuto cortina di ferro per città come Verona e la piccola Cavarzere. Esse attraversate nel centro cittadino dal fiume Adige furono divise a metà: una parte austriaca e l’altra francese. Insomma, divennero per alcuni anni una sorte di vere e proprie “Berlino” ottocentesche. I loro ponti, le loro fortificazioni e soprattutto le loro comunicazione cittadine furono interrotte. Sui ponti della città di Verona che collegava le due parti della città furono posti cancelli di confine, colorati di giallo e nero sul lato austriaco e di bianco, rosso e blu su quello francese. Prima di lasciare agli Austriaci la parte sinistra di Verona, (che avevano temporaneamente occupata), i francesi compirono uno dei tanti sfregi alla città, demolendo i castelli viscontei di San Felice e gran parte di quello sul Colle San Pietro, oltre alla distruzione di edifici al suo interno come la chiesa e il mastio. Nella parte occupata da loro, a destra fiume, distrussero parti dei bastioni e delle mura fatte costruire dalla Veneta Repubblica opera del SanMichieli, ad eccezione di quelli di “Spagna” e di “San Francesco”; insomma cercarono di eliminare tutte le testimonianze veneziane.
Tratto da Serenissima.news