28 luglio 1473

Muore all'età di settantaquattro anni il Doge Nicolò Tron.Piccolo di statura e d'aspetto sgraziato, il suo volto era reso quasi scimmiesco dalla barba lasciata crescere incolta in segno di lutto per il figliolo trucidato dai Turchi. Si deve a lui un'ardita riforma della moneta veneta in un momento di grave crisi economica per la Repubblica. Dicesi che i Milanesi, invidiosi della potenza finanziaria di Venezia, avessero messo in circolazione una grande massa di monete venete false. Il Tron fece coniare una nuova moneta d'argento, la lira trona, così detta dal suo nome, sulla quale, quasi a garantirla personalmente, fece incidere la sua effige in luogo del tradizionale San Marco. Tale moneta, di cui ancor oggi è vivo il ricordo, godette di grande prestigio sui mercati mondiali, e diede origine al detto popolare: "Bruto ma bon, come la lira trona". Nel 1471, il doge e il senato della Repubblica, nel respingere l'assalto dei turchi che stavano assalendo le colonie veneziane, presero una decisione molto discussa all'epoca; costruire nuove galee prendendo i roveri dalla collina del Montello. E così i senatori votarono (anche il voto del doge viene al pari di quello dei senatori e nulla più) e i roveri del Montello giungevano all'Arsenale attraverso il fiume Piave. Il monumento funebre di Nicolò Tron si erge nella Cappella Maggiore della chiesa dei Frari, di fronte a quello di Francesco Foscari.