Storia e leggenda dei Veneti

Una storia lunga 3000 anni    OGGI ACCADDE


29 novembre 1563

Bianca era una bella ragazzina di 15 anni quando conobbe il giovane fiorentino, Pietro che lavorava nella vicina banca dei Salviati, i due giovani iniziarono presto ad incontrarsi tanto che il 29 novembre del 1563 decisero di fuggire da Venezia per andare a Firenze dove Pietro viveva. Ben presto però Pietro si rilevò essere per Bianca una grande amarezza, oltre ad averle mentito sul suo patrimonio e averla sposata per mettere le mani sulle ricchezze della sua famiglia, la costringeva ad un'esistenza umile e avvilente e nemmeno tornare a Venezia non le fù mai più permesso. La svolta definitiva nella vita di Bianca arrivò quando la giovane veneziana entrò negli ambienti della Corte Medicea dove conobbe Francesco I diventandone ben presto l'amante, essendo lui sposato con una principessa austriaca. 1578 fu la volta della granduchessa Giovanna d’Asburgo, che perse la vita, a soli trentuno anni, per le conseguenze di una caduta. Francesco sposò un anno dopo Bianca Cappello, sua storica amante. Le nozze, celebrate segretamente per via della ferma opposizione di tutta la famiglia medicea – eccezion fatta per Isabella, sorella di Francesco e amica di Bianca – furono rese pubbliche solo a distanza di un anno. I pochi anni di regno della coppia, che si dimostrò sempre innamoratissima, trascorsero sereni, con il granduca dedito ai suoi esperimenti scientifici e Bianca che prediligeva una vita al riparo dagli intrighi politici, nell’isolamento delle ville medicee nella campagna fiorentina. La scelta di mantenere un basso profilo, dettata forse anche dal desiderio di non vedere aumentata la propria impopolarità, non bastò tuttavia a proteggere la Cappello dalle tante maldicenze circolate ai suoi danni. Venivano imputati a lei gli errori politici del granduca e fu sospettata persino di aver avvelenato l’unico figlio maschio di Francesco I e di Giovanna d’Asburgo, Filippo, nel 1582. Il maggiore detrattore di Bianca era il fratello di Francesco, il cardinale Ferdinando de’ Medici. Il prelato muoveva al granduca, con cui intratteneva pessimi rapporti, continue rimostranze per l’affetto verso colei che definiva “la pessima Bianca”. Cappello rispondeva all’astio del cognato con la tolleranza sperando, forse, col tempo in una riconciliazione. Ma fu proprio durante uno dei soggiorni di Ferdinando de’ Medici nella villa di Poggio a Caiano, nell’ottobre del 1587, che la coppia granducale trovò misteriosamente la morte a un giorno di distanza l’uno dall’altra. A seguito di un banchetto, Bianca e Francesco accusarono infatti vomito, crampi e febbre alta. L’agonia si protrasse per alcuni giorni e i due morirono tra atroci tormenti. Le ultime parole di Bianca al suo confessore, fra Maranta, prima di spirare, furono per lo sposo: “Dite per me addio al mio signore Francesco de’ Medici, e ditegli che gli sono sempre stata fedele e amorosa […] ditegli che lo prego di perdonarmi, se in qualche modo lo avessi offeso”. Data la morte improvvisa dei granduchi, Ferdinando fu immediatamente sospettato di aver avvelenato i congiunti, né fugò i dubbi la frettolosa autopsia con diagnosi di malaria, ordinata sui due cadaveri dal cardinale. Francesco e Bianca furono riportati insieme a Firenze, ma mentre il primo fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo con tutti gli onori, alla seconda furono negate le esequie di stato e il suo corpo riposa in un luogo sconosciuto e non nell’austera cripta delle Cappelle medicee, ultima dimora delle altre granduchesse di Toscana. Il nuovo granduca attuò una sistematica damnatio memoriae nei confronti della veneziana: la maggior parte dei suoi ritratti venne bruciata e i suoi busti distrutti come le monete coniate in suo onore, mentre lo stemma dei Cappello fu ovunque sostituito con quello di Giovanna d’Asburgo. L’odio implacabile del nuovo granduca si estese anche all’unico figlio di Francesco I e della nobildonna veneta di nome Antonio, la cui nascita, nel 1576, fu gravata dal falso sospetto che fosse stata invece l’illecito frutto di una relazione tra il granduca e una fantesca. Antonio fu osteggiato dai familiari ed escluso dalla successione al Granducato di Toscana.