12 novembre 1283

Gherardo da Camino, dopo un moderato contrasto di piazza costato la vita sembra ad una sola persona, fu nominato capitano generale di Treviso. L’affermazione caminese, nel complesso, più che nei contrasti di fazione va ricercata in una serie di aspetti legati al prestigio personale
e famigliare del da Camino quali, ad esempio, i robusti legami intessuti con il comune all’epoca egemone in quasi tutto il Veneto (dal 1280 è cittadino di Padova e da svariate personalità di spicco padovane, Scrovegni in primis, finanziato), l’attitudine al comando e al governo (Gherardo era capitano generale di Feltre e Belluno sin dal 1266), l’autorevolezza connessa ad uno stile di vita pienamente ‘cavalleresco’ dell’intera parentela, l’ampiezza dei diritti signorili vantati in ampi settori del territorio rurale o, ancora, l’abitudine al controllo delle istituzioni ecclesiastiche. Un insieme di fattori che consentì a Gherardo di ottenere largo consenso nel gruppo dirigente trevigiano la cui spina dorsale era formata proprio, come già ricordato, dall’aristocrazia militare affine ai caminesi per mentalità e stile di vita. La signoria del da Camino fu contrassegnata, all’esterno, dalla ricerca di una stabile amicizia con Padova, con la Ferrara estense e con il composito mondo signorile dell’area friulana (in antagonismo però con i patriarchi di Aquileia), mentre all’interno delle mura cittadine potè contare su una approvazione della società cittadina sostanziale e duratura che consentì a Treviso di godere, al contrario di quanto avvenne nelle epoche precedenti spesso segnate da violente lotte intestine, una stagione di relativa pace civica. Il periodo signorile è degno di nota, poi, per la vivacità in ambito culturale: Treviso fu nel Veneto luogo privilegiato di ricezione e trasmissione della poesia trobadorica che attirò uomini d’arte e poeti di primo piano come, ad esempio, Ferrarino da Ferrara. Lo stesso Dante, del resto, definì il signore di Treviso come il «buon Gherardo», a rimarcarne saggezza e moderazione nell’uso del potere. Rizzardo da Camino, sin dal 1301 capitano generale assieme al padre a cui succedette senza alcuna difficoltà, governò a Treviso dal 1306 al 1312.


12 novembre 1509

Con la disfatta di Agnadello (14 maggio 1509), la repubblica veneta in poche ore si sfasciò.
La nobiltà vicentina che mal sopportava le ingerenze veneziane immediatamente scelse gli imperiali.
Gli aristocratici vicentini aprirono le porte della città a un manipolo imperiale guidato da
Leonardo Trissino, salvo pentirsi nel volgere di pochi mesi e salutare con sollievo il 12 novembre
1509 il ritorno delle truppe veneziane. Anche in quell'occasione, però, il popolo minuto e la media
borghesia, nonostante non fossero certo stati favoriti dalla Dominante, manifestarono invece la
propria fedeltà a San Marco, pagando per questa fedeltà un caro prezzo, ben superiore a quello
della città, per la brutalità delle truppe nemiche.