1 novembre 1756.

Casanova viene formalmente accusato di "Blasfemia, possedimento di libri proibiti e Truffa a danni di nobili ( nella fattispecie fingeva di avere titoli nobiliari per imbucarsi ai ricevimenti)", tuttavia era anche risaputo che Casanova fosse un membro della Massoneria e che le accuse qua sopra fossero un pretesto per incarcerarlo. Nel 1756 lo arrestano, pianifica la fuga, ma lo spostano di cella e quindi salta tutto, nel mentre dei confratelli massoni passano davanti al cancello di questa prigione fingendo di essere normali passanti e vegliano in attesa che scappi. La notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre di quell'anno Casanova con l'aiuto di un frate suo compagno di cella, scavano e formano un intercapedine tra il muro della loro cella che da verso l'esterno e il piano sopra il loro che altro non era che un ripostiglio. Da lì, lui e il frate escono da una piccola finestra uno alla volta e si ritrovano sul tetto, dal tetto si calano usando le sporgenze formate dalla conformazione delle finestre o da buchi formati dall'usura dentro ai muri. Una volta a terra si nascondono dietro a dei cespugli, ed è lì che interviene un confratello massone attirando l'attenzione di un guardiano, che al posto di pattugliare stava dormendo, urlando che ha visto 2 uomini scavalcare le mura e evadere, il guardiano trafelato chiama delle guardie carcerarie che escono rabbiose dal penitenziario, lo stesso guardiano apre il cancello principale per dare inizio alla ricerca degli evasi. Mentre i soldati escono dall'entrata principale correndo, lui e il frate si accodano a fondo fila correndo a loro volta, non vengono riconosciuti nel mucchio di gente in corsa, si staccano pochi metri dopo dal resto delle guardie in allerta e in loro ricerca e vengono condotti da questo massone amico di Casanova in un altra parte della città, dove troveranno una gondola su cui scapperanno, navigheranno tutta la notte fino a raggiungere terra ferma diversi minuti dopo l'alba lontani ormai da Venezia.