7 novembre 1339

Bartolomeo Gradenigo viene eletto Doge. Nacque a Venezia, nel 1263, morì il 28 dicembre 1342, fu il 53º doge. Nato da famiglia di antica nobiltà, sin da giovane il Gradenigo si dedicò alla politica e, soprattutto, al commercio, facendo lucrosi affari in Oriente. Si sposò ben tre volte (secondo altre fonti solo due) ed ebbe sei figli, tutti dediti come lui al commercio. Pur ricoprendo cariche importanti quali rettorati o podesterie in terraferma ed in Dalmazia si caratterizzò sempre per il suo smodato amore per le ricchezze, difetto che trasmise a tutti i membri della famiglia, tanto che, poco prima della sua morte, i consiglieri dogali addirittura proibirono ai dogi di abusare in quel modo della loro carica. Ricco e vecchio, molto probabilmente alla fine si decise a spendere parte del patrimonio familiare per attirarsi abbastanza simpatie e riuscire eletto il 7 novembre 1339 con trentun voti a favore su quarantuno disponibili. I tre anni di dogato passarono abbastanza tranquilli ed in politica estera non si segnalano guerre ma, anzi, un progressivo riavvicinamento diplomatico con Genova. Aspetto curioso di questo periodo è la grossa tempesta che colpì la città il 15 febbraio 1340 e che, secondo la leggenda popolare che costella la vita storica della città di Venezia, fu placata solo dall'intervento congiunto di San Marco, San Giorgio e San Nicolò che, fattisi portare in laguna da un povero pescatore, placarono le onde e scacciarono le presenze malefiche che l'avevano scatenata. Il pescatore, di ritorno a Venezia,ebbe dai tre santi un anello (da allora detto Anello del pescatore, da non confondersi con l'omonimo sigillo papale) che prontamente consegnò al doge. Un'ultima curiosità riguardante il suo dogato è quella della presenza, secondo calcoli del governo veneziano dell'epoca, di oltre 11.000 prostitute in una città che contava poco meno di 150.000 abitanti; segno, per molti, di una decadenza morale spesso deprecata dai cronisti contemporanei. Il Gradenigo morì il 28 dicembre 1342 e secondo i racconti fu seppellito con una pompa degna d'un uomo così ricco.


7 novembre 1532

Antonio Pigafetta incontrò il Doge Andrea Gritti dopo la circumnavigazione della Terra. È importante notare che Antonio Pigafetta è noto principalmente per essere stato il cronista e testimone ocuIare della prima circumnavigazione del globo con Ferdinando Magellano tra il 1519 e il 1522. Questo viaggio ha portato alla scoperta di nuove rotte e alla conferma che la Terra è rotonda. Il famoso navigatore (detto anche “el cavalier erante”) descrive minuziosamente il viaggio intorno al mondo da lui compiuto con la spedizione di Magellano, e risponde alle varie domande rivoltegli dal doge e dai senatori. Il cronista Sanudo scrive: “Tuto el Collegio stete cum gran atenzion ad aldirlo e tuti rimasero stupefati di quelle cosse che sono in India”. Rimase cittadino della Repubblica di Venezia fino alla fine dei suoi giorni e dal governo veneziano (che dimostrò di averne grande considerazione) ottenne, Nel luglio 1524 si reca a Venezia al fine di ottenere il privilegio di stampa per la sua opera. La lettera è per noi interessante perché Pigafetta parla di sé e del suo viaggio in questi termini: Serenissimo Principe e excellentissimi Signori, supplico io Antonio Pigafetta vicentino, cavalier ierosolimitano, che, desiderando veder del mondo, nelli anni passati ho navicato cum le caravelle de la Maiestà Cesarea, che sono andate a trovar le isole dove nascono le specie nelle Nove Indie, nel qual viazo ho circundato tutto il mondo a torno; e per esser cosa che mai omo l’ha fatta, ho composto uno libreto de tutto el ditto viazo, qual desidero far stampir. Ricordiamo che anche se la corte di Carlo V cercò presto di far eclissare il nome del portoghese Magellano e quello di Pigafetta in favore dello spagnolo Elcano, quella relazione quotidiana stesa dal vicentino in una lingua mista italo-veneta (con diverse parole spagnole) era destinata a entrare nella storia. Secondo alcuni commentatori Antonio Pigafetta morì di peste nel viterbese nel 1527. Ma ipotesi più recenti ne indicano la scomparsa in battaglia quattro anni più tardi, sulle acque greche di Modone, durante una battaglia navale tra i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni e la flotta turca."