16 novembre 1660

Ballarin Giovanni Battista diventa cancellier grando, nacque nell'isola di Murano nel luglio del 1603. Avviato dalla famiglia agli studi, si formò una cultura assai vasta, d'impronta soprattutto filosofica e letteraria, e rivelò in giovane età doti che gli sarebbero state di aiuto prezioso nelle future imprese diplomatiche: pronto ingegno e precoce facondia nell'esercizio retorico. A diciott'anni si addottorava brillantemente in filosofia, e già nel 1622, appena ventenne, dava alle stampe un'Oratio in annuis exequiis Illustrissimi et Reverendissimi Ioannis Baptistae Zenis S. R. E. Cardinalis,discorso commemorativo pronunciato nella chiesa di S. Marco e non poco stucchevole per l'insistita ampollosità e le ridondanze dello stile barocco. Il 16 novembre 1660 il governo veneziano gli spediva la lettera di nomina alla carica di cancellier grande, la massima dignità che coronava la sua carriera di funzionarìo.
Questa arrivò dopo anni spesi per la repubblica Veneta Infatti:

  • Nel 1622 fu assunto come addetto alla cancelleria ducale.
  • Nel 1623, nonostante la debole complessione fisica e una nativa ritrosia ad esporsi ai pericoli del mare, andò in qualità di segretario presso Leonardo Foscolo, capitano del Golfo; fu nello stesso periodo al servizio di Nicolò Da Ponte, duca di Candia
  • Nel 1627 seguiva a Candia il provveditore generale Francesco Molino, il futuro doge: missione particolarmente pesante durante la quale il Molino lo costrinse quasi senza tregua a lunghi e minuti giri d'ispezione per l'isola minacciata dai Turchi
  • Nel 1629, messi in votazione due posti di ordinario nella cancelleria ducale, egli ottenne il primo posto col maggior numero di voti; ma tornò in patria solo nel 1631, concludendo la sua missione di segretario del Molino per il quale scrisse una lunga relazione finale da presentare in Senato. Durante alcuni mesi di relativo riposo, si unì in matrimonio con Marina Padavina, figlia di un altro funzionario della cancelleria, dalla quale ebbe un figlio, Domenico, nel 1632. Nello stesso anno intanto, in febbraio, era già ripartito da Venezia quale segretario di Francesco Zeno,
  • Nel 1634 con la nomina a segretario dei Pregadi La sua preziosa attività venne premiata, in seguito alla quale poté di nuovo rientrare a Venezia.
  • Nel 1635 partiva per Vienna, dove prese dimora in qualità di residente veneto, sostenendovi con non lievi sacrifici personali le dispendiose esigenze della carica; trattato con molta liberalità negli ambienti di corte, vi rimase sino al 1638, quando tornò a Venezia per condurvi sino al 1643 numerosi incarichi di segreteria in varie magistrature.
  • Nel 1643 arrivava al posto più delicato ed ambito della carriera di cancelleria con la nomina a segretario degli Inquisitori di Stato.
  • Nel 1645 gli moriva la consorte; si risposò di lì a poco con Prudenzia Perea, facoltosa vedova, che gli diede altra prole.
  • Nel 1648 giungeva in vista delle terre turche, inviato dal Senato come segretario al bailo prigioniero, in realtà come valido aiuto per la sua consumata esperienza nelle cose di Levante nella difficile situazione diplomatica in cui il rappresentante veneto s'era venuto a trovare. Tuttavia, nella insormontabile sfiducia ed ostilità del governo turco, altro non poté fare che condividere coraggiosamente la prigionia del bailo fino al 1650, anno in cui furono rilasciati e poterono far ritorno in patria.
  • Nel 1652, partì per Costantinopoli giungendo solo nel gennaio dell'anno seguente: la guerra di Candia ormai era avviata alla fase di reciproca lenta esasperazione. Non poté ritornare a Venezia neanche per la morte della seconda moglie.
  • Nel 1666 si mise in viaggio alla volta di Candia per addivenire almeno a più stretti contatti, ma cadde ammalato e dovette far sosta a Isdin, una piccola località costiera della Macedonia, dove morì il 29 settembre 1666.