9 aprile 1454

Viene firmata la Pace di Lodi. La guerra di successione per il Ducato di Milano si conclude con un accordo di pace stipulato tra Francesco Sforza, Firenze, Genova e Mantova da un lato, e Venezia, re di Napoli, duca di Savoia e marchese del Monferrato dall’altro. Mentre lottava ormai per la conservazione del suo dominio, il Visconti morì nell’agosto 1447 e la sua scomparsa senza eredi legittimi determinò il caos in tutto il Ducato. A Milano, il patriziato locale colse l’occasione per resuscitare un governo di tipo municipale e costituì la “Repubblica ambrosiana”, e le altre città non persero tempo a riprendere l’autonomia perduta a opera dei Visconti: la Lombardia piombò in uno stato di dissoluzione politica nel quale era chiaro che essa si presentava come una facile preda per Venezia, le cui forze si impossessarono subito di Piacenza e di Lodi e continuarono, naturalmente, a combattere l’estemporanea Repubblica milanese, così come avevano combattuto il duca defunto. L’unica carta da giocare per evitare la conquista veneziana era il ricorso allo Sforza, che intendeva succedere al suocero ed era arrivato conducendo con sé la moglie e facendosi forte d’una assai improbabile donazione di Filippo Maria. I Veneziani furono battuti presso Caravaggio, poi lo Sforza liquidò la Repubblica ambrosiana e, sostenuto da Firenze, affrontò la lotta contro la lega che avevano nel frattempo coalizzato contro di lui Venezia, il duca di Savoia e il re di Napoli. Ancora una guerra debilitante per tutti: la conclusione si ebbe nel 1454 con la pace di Lodi nella quale lo Sforza e i Veneziani si accordarono, alle spalle dei loro alleati, riconoscendosi reciprocamente i possessi detenuti in quel momento. Il risultato politico della pace di Lodi fu la costituzione di una lega che garantisse lo status raggiunto dopo l’arresto del tentativo di egemonia veneziana nell’Italia settentrionale, che aveva dimostrato come nessuno dei grandi Stati regionali fosse in grado di imporre la sua prevalenza.