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1 aprile 1529

Jacopo Sansovino giunge a Venezia nel 1527, fuggendo da Roma durante il sacco della città. Viene accolto dall’Aretino, Venezia infatti tiene per sé e per i suoi patrizi le cariche pubbliche più importanti lasciando ai veronesi le condizioni della resa di un forte autogoverno. Il celebre letterato toscano che aveva assunto un posto preminente nella cultura e nelle vita cittadina di Venezia. Riconosciuta immediatamente la sua vasta esperienza, viene proclamato proto di San Marco il 1 aprile 1529, affidandogli il compito di restaurarne le cupole pericolanti. La soluzione che propone viene accolta dai Procuratori di San Marco ed egli le “incatena” ottenendo un immediato successo. Iniziano, dopo questo lavoro andato a buon fine, le prime commissioni private: la Scuola Grande della Misericordia nel 1532, il Palazzo Dolfin Manin a Rialto dal 1536 al 40, ma il primo vero riconoscimento delle sue capacità architettoniche avviene con la costruzione di Palazzo Corner all’imbocco del Canal Grande. Subito dopo vengono accettati i progetti per le prime commesse di Stato. La Libreria Marciana nel 1536 è stata la prima, costruzione destinata a raccogliere il dono di un migliaio di codici che il Cardinale Bessarione aveva fatto alla Repubblica nel 1468 e custoditi in Palazzo Ducale fino alla costruzione della Libreria Marciana. Egli la costruì di solo 16 archi , partendo dal Campanile che così si trovava al centro e distaccato dalla costruzione ed in posizione dominante tra la Torre dell’Orologio e la Basilica di San Marco da una parte e la Piazzetta con le Colonne di Marco e Todaro dall’altra. Commise un errore di calcolo nella costruzione del soffitto che crollò. I magistrati lo imprigionarono per il danno che arrecò alla Repubblica, ma venne rimesso in libertà dopo che promise e rifece il soffitto a proprie spese, chiedendo umilmente scusa degli errori commessi. Contemporaneamente progettava la Zecca e la Loggetta eseguita tra il 1538 ed il 1545. Propone e viene esaudito, nel 1556, nella costruzione della scala e del salone della Libreria, nel 1557 della Scala d’Oro in Palazzo Ducale, nel 1566 scolpì i famosi Giganti sempre in Palazzo Ducale. Lavora anche a progetti religiosi e modifica gli interni di San Francesco della Vigna e di San Salvador nel 1537, qelli di San Martino e di San Fantin nel 1540 e per l’elegante San Zulian nel 1553. Non meno incisiva è l’opera del Sansovino nel campo della scultura, dove, prima dei famosi Giganti che porrà in cima alla Scala dei Giganti appunto, trova sviluppo nei raffinati bronzi della Loggetta e nei bassorilievi del presbiterio del 1537-44, e della Sacrestia di San Marco nel 1562-63. Jacopo Sansovino muore a Venezia nel 1570.


1 aprile 1631

Posata la prima pietra della Basilica della Salute. La cupola della Basilica della Salute caratterizza lo scenario del bacino di san Marco a Venezia da più di trecento anni, testimonianza autorevole dell’altissima spiritualità che segnò il Seicento veneziano. Essa fu voluta dalla Serenissima come preghiera e come ringraziamento alla Vergine Madre di Dio per preservare la città di Venezia dalla terribile peste del XVII secolo. La prima pietra della fabbrica venne posta il 1° aprile 1631 e cinquant’anni più tardi, il 9 novembre 1687, essa venne solennemente consacrata dal Patriarca Alvise Sagredo anche se già da qualche anno si era iniziato ad officiare la s. Messa al suo interno. Alla Basilica, che si trova affacciata all’imbocco del Canal Grande, si ha accesso da una imponente gradinata che sembra quasi emergere dall’acqua per poi continuare fino all’ingresso del Santuario. Caratteristica è la doppia cupola, quella maggiore ideata pensando alla Corona del Rosario, e quella detta minore che funge da vero santuario. Sulla sommità della cupola maggiore si trova la statua della Vergine con il bastone di Capitana de mar. Si possono notare subito una serie ricchissima si statue che decorano la facciata principale e i lati esterni dell’edificio e poi continuano anche al suo interno seguendo il tema della glorificazione di Maria. Al di sopra del timpano centrale vi è la Madonna con il bambino e poi ai lati i principali Profeti che preannunciano il Messia e le figure mariane dell’antico testamento. Sugli imponenti modiglioni si possono invece riconoscere le statue dei re e profeti che preannunciato evidentemente il Messa: Davide, Isaia, Geremia, Daniele…Vasto e luminoso, l’interno è costituito dall’ampio vano della cupola centrale sotto la quale si aprono le sei cappelle laterali e dalla cosiddetta rotonda minore che funge da vero e proprio santuario con la preziosa e venerata immagine della Madonna della Salute, le Mesopanditissa. Nella rotonda maggiore si possono notare, muovendosi a destra dell’ingresso principale, l’altare della natività della Madonna, quello dell’Assunta e della presentazione al Tempio di Maria. Superato l’ingresso alla rotonda minore, troviamo l’altare della Pentecoste, quello di s. Antonio al centro ed infine l’altare della Annunciazione di Maria. La rotonda minore costituiva nelle intenzioni del Longhena la cappella vera e propria o il presbiterio del Santuario. Essa, di forma ellissoidale risulta quasi un palcoscenico con l’altare di fondo che costituisce un vero e proprio punto focale per il fedele che giunge in Basilica. L’altare maggiore colpisce per la sua mole maestosa per lo splendido gruppo marmoreo di Le Court che si trova sulla sommità: la Vergine appare maestosa Signora con il Bambino in braccio, sopra un masso di nubi con tre puti angelici ai piedi; un angelo con la fiaccola caccia la peste che fugge precipitosa mentre una donna riccamente adornata ricorda la città di Venezia che sta supplice in ginocchio ai piedi della Madonna. Al centro dell’altare la splendida immagine della Madonna con il Bambino, la Mesopanditissa, qui collocata nel novembre del 1670. Essa proveniva dall’isola di Candia e fu portata a Venezia dal Morosini quale dono al termine della guerra di Candia. Della bella immagine colpisce il volto ombrato e gli occhi penetranti che accolgono il fedele che vi giunge supplice dinanzi.