22 giugno 1348

Termina la grave epidemia di peste. Durante tale calamità viene a mancare un terzo della Popolazione veneziana. Quando la peste arrivò in Europa per la prima volta, nel XIV secolo, la popolazione si trovò impreparata di fronte a questa terribile malattia, che causò milioni di morti. Venezia subì diverse ondate di peste nel corso di tre secoli, durante i quali i suoi abitanti si interrogarono spesso sulle misure di sicurezza più efficaci da adottare per impedire il contagio. La lunga battaglia contro questa malattia ebbe un impatto profondo sulla storia, sulle tradizioni e anche sull'assetto urbano della città. Durante l'epidemia, infatti, vennero ideati e costruiti i lazzaretti. E per festeggiare la fine della peste, invece, furono edificate due chiese: quella del Santissimo Redentore, costruita a partire dal 1577, e quella della Madonna della Salute, del 1632. La peste arrivò in Europa nel 1348. Probabilmente entrò a Venezia dalla Dalmazia, ed ebbe un impatto molto pesante sulla popolazione, perché su circa 110.000 abitanti si stima che ne morirono almeno 40.000. Il Maggior Consiglio iniziò allora a predisporre delle misure di sicurezza. Nominò tre esperti con il compito di gestire direttamente la situazione epidemica, vennero chiuse le chiese e le osterie, che erano luoghi di assembramento, e fu imposto anche un controllo della pulizia delle case. All'epoca, non si sapeva quale fosse l'agente eziologico della malattia. Si riteneva le pestilenze fossero originate, in qualche modo, da un'aria putrefatta, e che quindi la pulizia degli oggetti,la profumazione dell'aria e la protezione delle vie di respirazione fossero misure efficaci per impedire il contagio. Inoltre, per evitare che ci fossero esalazioni mefitiche, i morti di peste venivano sepolti in isole lontane dal centro, oppure, nei campi santi riservati a nobili, sotto grandi quantità di terrà. Alla fine di questa grande prima ondata di pestilenza, che ebbe un grosso impatto sul tessuto economico, a causa della chiusura delle osterie e dei divieti di organizzare feste e processioni, il Consiglio impose degli sgravi fiscali per i commercianti e favorì l'immigrazione per ripopolare la città”.