10 giugno 1404

Bassano passava sotto la Repubblica di Venezia. I patti di dedizione prevedevano il mantenimento degli statuti e delle consuetudini del comune. Bassano veniva eretta in podesteria, governata da un Podestà e Capitanio scelto dal Senato tra i patrizi veneziani. Il territorio bassanese si estendeva ad est fino a Pove, Cassola e Rossano, a sud a Tezze sul Brenta, a nord a Primolano, mentre a d ovest era limitato dal corso del Brenta, con la testa di ponte del borghetto di Angarano in territorio vicentino. I quattro secoli di dominazione della Serenissima portarono a Bassano un lungo periodo di pace, interrotto solamente tra il 1509 e il 1513 dalla guerra della Lega di Cambrai, e caratterizzato da un grande sviluppo delle attività economiche, come la lavorazione e il commercio della lana, della seta e delle pelli e l’oreficeria. Nella vita artistica divenne famosa nel ‘500 la dinastia dei pittori da Ponte, mentre nel campo dell’editoria la stamperia Remondini dominò per tutto il Settecento il mercato dei libri e delle stampe facendo conoscere il nome di Bassano in tutta Europa. Il 27 dicembre 1760 il Senato veneto innalzò Bassano La presenza del ponte sul Brenta tra gli abitati di Bassano e Angarano è documentata per la prima volta nella cronaca di Gerardo Maurisio relativa all’anno 1209. Nei secoli il Ponte, di vitale importanza economica e militare, fu spesso distrutto dalle vicende belliche e dalle piene del Brenta e sempre ricostruito, a volte in pietra e a volte in legno. Dopo l’ennesimo crollo, nel 1569, il Consiglio incaricò Andrea Palladio di progettare un ponte ligneo: pare però che il celebre architetto non abbia ideato il Ponte ex novo, ma sia partito da un modello già esistente, documentato in una mappa del 1557. Il Ponte “palladiano” fu distrutto da un’altra piena nel 1748 e ricostruito con alcune varianti nel 1751 da Bartolomeo Ferracina. La vittoria di Napoleone sugli Austriaci nella battaglia di Bassano dell’8 settembre 1796 segnò l’inizio di un periodo tumultuoso, caratterizzato da cambiamenti di governo e da profonde trasformazioni economiche e civili. Alla caduta della Repubblica di Venezia (maggio 1797) si insediarono i governi democratici delle municipalità. Alla fine del ’97 il trattato di Campoformido sancì il passaggio agli Austriaci, che vi rimasero dal 1798 alla fine del 1805, quando il Veneto venne ceduto al Regno d’Italia. In questo periodo Bassano fu nominata capoluogo di cantone e comune di I classe. Il 7 aprile 1815 Bassano entrò a far parte del Regno Lombardo Veneto e fu aggregata alla provincia di Vicenza; l’anno successivo fu proclamata Città Regia, unica nel Veneto non capoluogo di provincia. La tranquillità politica e sociale fu interrotta dalla breve esperienza rivoluzionaria del 1848:il 25 marzo anche a Bassano fu costituito un governo provvisorio, ma già il 5 giugno gli Austriaci rioccuparono la città. Del cinquantennio di dominazione austriaca ricordiamo nel 1831 il trasferimento dell’Ospedale dal convento di S. Francesco a quello dei Riformati, donato alla città dall’imperatore Francesco I, l’epidemia di colera del 1836, l’apertura della Biblioteca e del Museo tra il 1840 e il 1843, il grande sviluppo delle società di beneficenza e dell’istruzione pubblica, i molti lavori di sistemazione di strade e piazze. Il 14 luglio 1866 gli Austriaci, sconfitti nella terza guerra d’indipendenza, lasciarono la città ed alcuni giorni dopo vi entrarono le truppe italiane guidate dal generale Medici. Il 21 ottobre si tenne il plebiscito che sancì l’annessione all’Italia. Bassano viene collegata con ferrovia a Padova (1877), a Venezia (1908), a Trento e a Vicenza (1910); nel 1897 viene inaugurato l’acquedotto e tra il 1913 e il 1917 viene costruito un nuovo ponte sul Brenta.