Il Gioiello di Vicenza è un modello della Città di Vicenza, di cui non ci resta testimonianza di un progetto preciso, realizzato in placche d’argento su supporto di legno nel 1578. La sua attribuzione lo rimanda alla maestria dell’orafo Giorgio Capobianco, su progetto di Andrea Palladio. Furono i cittadini ad offrirlo come ex voto alla Madonna di Monte Berico per scongiurare l’epidemia di peste. Il governo napoleonico nel 1797 distrusse il modellino di cui si perdettero le tracce. Sei dipinti a olio raffiguranti San Vincenzo quale patrono della città recante in mano il prezioso modellino, hanno conservato fino ai nostri giorni la memoria di questo capolavoro perduto, di una tradizione orafa millenaria che vale a Vicenza il nome di “Città dell’Oro”. Caratteristica dei dipinti è di raffigurare il Gioiello da punti di vista differenti così che se ne possa idealmente immaginare la rotazione. Nel 2010 il Comitato presieduto dallo storico dell’arte Davide Fiore, già ideatore, promotore e direttore artistico del primo Giro della Rua, ha indetto un concorso per ricostruire il Gioiello, vinto dall’architetto Romano Concato di Trissino. Tra il 2011 e il 2012 l’iniziativa “Trasforma il tuo Vecchio Argento in Storia” ha visto i vicentini donare oltre 50 kg di argento per la ricostruzione del loro simbolo. Nell’aprile del 2012 è iniziata la ricostruzione del Gioiello ad opera dell’argentiere vicentino Carlo Rossi, con l’utilizzo di tecniche artigianali antiche di secoli.