Francesco Vezzi nato a Udine(1651–1740) era originariamente un orafo dalla carriera fortunata, che, acquisito da poco il titolo nobiliare ed avuto accesso al patriziato, decise cosi di finanziare la fabbrica fondata dal figlio Giovanni (nato nel 1687), che prese a sua volta come socio Christoph Conrad Hunger nel 1721. Vezzi avrebbe visitato le fabbriche di Meissen dove avrebbe imparato alcuni dei loro segreti. Tra il 1727 (anno di chiusura della manifattura) e il 1758 non vi è più produzione di porcellana a Venezia, quando apre la manifattura Hewelcke poi acquistata da Geminiano Cozzi, che resterà attiva fino al 1812. La fabbrica Vezzi era una delle poche fabbriche europee creata per operare su base puramente commerciale. A differenza delle altre fabbriche (Meissen e Vienna) che erano di proprietà del sovrano i Vezzi non avevano il sostegno dello Stato dal punto di vista legale e finanziario. Successivamente anche le fabbriche inglesi come Chelsea e Bow non avevano supporto statale. La manifattura chiuse nel 1727 su pressione di Francesco spaventato dai debiti accumulati da Giovanni per la fabbrica: in seguito ad un accordo tra padre e figlio padre, Francesco coprì i debiti di Giovanni e Giovanni chiuse la manifattura. I resti di magazzino vennero dati in pagamento agli operai e decorati in forni indipendenti per circa i dieci anni successivi. Alla morte Francesco viene seppellito all'interno della chiesetta San Michele, a Bidasio frazione di Nervesa della Battaglia. L’origine della chiesa di Bidasio è antichissima; nel 1232 viene nominata dalla bolla di papa Gregorio IX fra i possessi dell’abbazia di Sant’ Eustacchio; il titolo era “ San Michele di Campagna”. Probabilmente costituiva il centro di un abitato sorto nei pressi del passo del Piave.