VENEZIA CAPITALE DEL PROFUMO NEL ‘500 La bizantina Teodora Ducas nell’XI secolo sposa il doge Domenico Selvo. Bella, elegante, raffinata, crea subito scalpore perchè usa la forchetta e si profuma. Alla fine del Duecento Marco Polo porta a Venezia le ghiandole del moschus, un piccolo mammifero da cui si ricava il profumatissimo muschio, insieme alle istruzioni su come estrarlo ed usarlo. Per Venezia è l’inizio di una grande amore col profumo e di un mercato molto fiorente. Dall’importazione si passa in breve tempo alla lavorazione; già nel 1400 nelle case nobiliari si usano incensieri dove ardono paste profumate. Ma non solo: gli spezieri inventano gli antenati dei moderni profumi, diluendo le essenze nell’acquavite, prima ancora che i francesi scoprano l’alcol. Nel Rinascimento Venezia è la più grande produttrice di beni di lusso, tra cui i profumi. L’uso del profumo raggiunge livelli di estremo estetismo, quasi di idolatria. Addirittura i nobili si fanno confezionare rosari di paste profumate, ma anche guanti, scarpe, berretti e monete profumate. L’arte dei muschieri e degli spezieri viene tramandata a voce fino alla pubblicazione del testo di Giovanventura Rosetti, I notandissimi secreti dell’arte profumatoria, nel 1555. Un vero e proprio trattato che contiene più di 300 ricette per profumare persone e ambienti, ma anche anche per la cura della bellezza femminile (sbiancare la pelle, imbiondire i capelli, lavarsi i denti). Nel Settecento, infine, nel corredo delle dame e delle spose non manca mai la boccetta di profumo, mentre nel 1709 i fratelli Farina inventano la prima acqua di Colonia. Con l’arrivo di Napoleone finisce la supremazia di Venezia nell’arte del profumo; se ne impossessa la Francia, e la secolare arte veneziana viene quasi dimenticata fino ai nostri giorni. fino a Francia, Regno Unito, Germania e Austria. All’inizio del ‘700 si contavano in Inghilterra ben 3000 coffee house: in quel periodo, si può ben dire, ogni città europea aveva il proprio caffè. Le basi del successo della nera bevanda in tutta Europa erano ormai state poste: il caffè, poesia profumata del buon vivere, sarebbe diventato un appuntamento immancabile nella giornata di ognuno di noi.