Censimento nella Repubblica Veneta

Dal censimento del 1790, si ricava che la popolazione era costituita da 2.464.304 abitanti (1.251.782 maschi e 1.212.522 femmine). Questi dati sono relativi ai territori della Lombardia Veneta, del Veneto, del Friuli e dell’Istria. Si osservi che il numero dei maschi supera leggermente quello delle femmine, al contrario di altri territori europei, dove la mortalità per guerre combattute normalmente riduceva la popolazione maschile a numeri inferiori rispetto alla popolazione femminile. Ma ciò che sorprende, e non poco, è il basso numero di disoccupati e mendicanti: nel 1790 erano 40.392, pari all’1,64% dell’intera popolazione. L’1,64% della popolazione! Non servirebbe nemmeno tentare un paragone con l’Italia di oggi. Ecco la realtà del Veneto di allora; altroché fame e pellagra! Le popolazioni nei territori della Serenissima, poi, disponevano di pascoli nei quali i contadini e la gente dei ceti popolari potevano far pascolare gratuitamente le proprie bestie. I capi di bestiame erano numerosi, con 610.875 bovini (uno ogni 4 abitanti), 108.551 equini e 993.931 ovini. I boschi della Serenissima, solo nel Veneto, coprivano oltre 10.000 ettari; qui vi si poteva raccogliere gratuitamente la legna, ed era perfino concesso di venderne una certa parte per il sostentamento delle famiglie; per gli stessi scopi, in quei boschi si poteva liberamente cacciare e pescare. Ma il welfare della Serenissima comprendeva anche ospedali e luoghi di ricovero (detti luoghi pii), che nel 1790 erano 207, pari a un istituto ogni 11.900 abitanti. Il censimento del 1790 rivela peraltro lo spaccato di una società florida e attivissima. I contadini rappresentavano sempre la gran parte della popolazione attiva: erano 628.887, circa uno ogni 4 abitanti; ma erano molti anche i professionisti (9.071 fra avvocati, amministratori, bancari, ecc.) e i fornitori di servizi (50.902 fra barcaioli, carrettieri, camerieri e domestici). Rileviamo quanto fosse fiorente l’artigianato (91.199 addetti) e il commercio (31.584 fra mercanti, negozianti e bottegai censiti). A parte la mega industria dell’Arsenale a Venezia, che mediamente impiegava almeno 10.000 operai, il manifatturiero era composto da botteghe e piccole fabbriche. C’erano 158 cartiere, 616 segherie, 1.475 fornaci, e 1.208 tra fucine, mangani e magli. Un altro dettaglio interessante, che dà l’idea di una certa qualità della vita, riguarda la concentrazione dei mulini e le pile per il riso: nei territori della Serenissima ce n’erano ben 9.890, uno ogni 249 abitanti. Se ci fossero state fame e miseria, che cosa se ne sarebbero fatti di così tanti mulini? Nel 1790 furono censiti 11.817 fra nobili e possidenti, e 34.790 religiosi; tutta gente che certamente non soffriva la fame. Questo era la Serenissima Repubblica in piena decadenza.