Fra le Magistrature di Venezia ve n’erano di veramente particolari. Per esempio la Serenissima nominò “Segretario alle cifre”, nel 1506, Giovanni Soro, che altri non era se non il miglior decrittatore di messaggi cifrati d’Europa. La sua fama era talmente diffusa che alcuni Stati spedivano alla Serenissima i plichi intercettati perché fossero decifrati. Nel 1526 papa Clemente VII gli inviò due crittogrammi particolarmente difficili, ed entrambi gli furono restituiti col testo in chiaro. In un altra occasione invece, poiché un crittogramma della Santa Sede era stato intercettato dalle spie fiorentine, il pontefice ne mandò una copia a Venezia per essere rassicurato circa l’inviolabilità del messaggio. Soro dichiarò di non essere in grado di decifrarlo, e a Roma si concluse che i fiorentini non potevano aver fatto di meglio. Si pensa però che la risposta di Soro mirasse a infondere un falso senso di sicurezza nei colleghi vaticani. Una risposta differente avrebbe potuto spingerli infatti ad adottare crittogrammi più difficili, che forse nemmeno Soro sarebbe più riuscito a violare! A partire dagli anni intorno al 1600 si diffondono sempre più cifrari fatti solo di numeri, nella maggior parte dei casi di tre cifre; l'uso di numeri è ancor più semplice e pratico e resterà in uso fino al XX secolo. Nel corso degli ultimi due secoli della Serenissima si afferma sempre più la tendenza alla semplificazione, con liste cifranti sempre più ordinate, per esempio le sillabe inizianti con B si cifrano così BA=511 BE=512 BI=513 BO=514 BU=515; ne risulta facilitata l'operazione di cifratura, ma anche quella del nemico che tenti di ricostruire il cifrario. Nel Settecento la decadenza crittografica fa ulteriori passi avanti: uso delle cifre sempre più raro, cifrari sempre più ordinati e quindi sempre più deboli. Uno degli ultimi cifrari della Repubblica mostra solo un monoalfabetico e un sillabario, entrambi ordinati con notevole indebolimento della sicurezza. I tempi di Giovanni Soro, sono ormai lontani, mentre è vicinissima la caduta della Serenissima (1797).